Significato e valore del Principe machiavellico oggi

L’OPERA RIMANE IL CAPOLAVORO DI NICOLO’ MACHIAVELLI

di Giovanni Albanese

Il principe del Machiavelli riassume, in sintesi rapida e stringente e autoritaria anzi che no, tutte l’aspirazioni, gl’ideali, le speculazioni, l’osservazioni, l’esperienze politiche della storia antica e moderna.

Alcune idee fondamentali, le quali animano l’aureo libretto sono:

1) l’idea d’uno Stato monarchico, cui il Machiavelli sperava di realizzare in Italia alla medesima guisa in cui ess’era stata realizzata nelle monarchie ispanica, gallica e anglica, o, quanto meno una monarchia la quale le summentovate quanto più possibile somigliasse;

2) la concezione antropocratica dello Stato, concepito come creazione dell’uomo e contrapposto all’idea medievale teocentrica dello Stato,come creazione di Dio. Un residuo di Medioevo si avverte nella concezione della Fortuna, la quale domina la metà delle nostre azioni, ch’il nostro libero arbitrio possa l’altra metà tenerne sotto controllo lasciando;

3) la ricerca d’una moralità intrinseca all’azione politica, indipendente dalla morale della religione.

Opera d’altissimo impegno e di drammatici interesse e ‘ntrospezione politici, il Principe è tra le opere più belle del Rinascimento nostrano, il cui ‘ntento politico, pedagogico e civile è convalidato da fondamentali esperienze di storia antica e moderna, le quali costituiscono la formazione, la delusione, il dramma morale, il substrato dell’amarezza del Machiavelli come segretario e diplomatico, il quale alla caduta della sua città, per le sue proprie colpe, assisté.

Ma il Machiavelli ne dà più che un mero trattato di politica: egli ne fornisce un libro, dal quale si possono desumere le regole auree pel comportamento in società.

La lotta contro la Fortuna si colora qui di tinte più rosee rispetto alle riflessioni di Giovanni Pontano e Leon Battista Alberti, ancora troppo legati alla concezione medievale d’un Fato, il quale alle azioni umane scampo verun non lascerebbe.

L’ultimo capitolo, col suo tono profetico, alla guisa d’un Savonarola, sogna un’Italia unita, confidente e facente assegnamento su truppe proprie e su un Principe, visto a immagine e simiglianza di quelli presso i quali, come segretario, egli aveva fatte legazioni.

(Foto di prima pagina tratta da echeinoin.it)

 


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