Sicurezza, quattro per cento in più di furti Sei locali chiusi, frequentati da pregiudicati

A Catania i furti sono in aumento. A certificare la flessione verso l’alto è la questura di Catania che, nel rapporto sull’attività del primo trimestre del 2015, annuncia un quattro per cento in più dei reati contro il patrimonio, definiti la «vera piaga di questo comprensorio». Il riferimento è ai furti negli esercizi commerciali, che riempiono le pagine di cronaca di questi giorni. L’ultimo, in ordine di tempo, è quello al negozio di Gigi Tropea in viale Africa, nel corso del quale sono stati rubati 170 capi d’abbigliamento e sono stati causati danni per oltre 70mila euro. E pochi giorni prima, nella centralissima via Etnea, a essere preso di mira dai malviventi era stato un negozio di fronte alla prefettura: per infrangere la vetrina, una Fiat Punto era stata usata come ariete. 

«L’idea comune è che per compiere un reato di questo tipo ci voglia tanto tempo — afferma Daniele De Girolamo, dirigente dell’ufficio prevenzione della questura — Invece per un furto con spaccata basta un minuto. Le vedette aspettano il passaggio della volante e agiscono subito dopo». Discorso simile varrebbe per le corse clandestine di cavalli: «Per uscire da Picanello e arrivare alla circonvallazione ci vogliono al massimo tre, quattro minuti. Ma consideriamo che, in appena 12 ore, i responsabili sono stati individuati e denunciati e i calessi sequestrati», prosegue De Girolamo.

«L’azione di contrasto — dicono gli agenti della polizia di Stato — è immediata». Anche se due terzi dei mezzi a disposizione delle forze dell’ordine sono fuori servizio, e solo le altre possono essere usate per il pattugliamento del territorio. «L’errore è credere che per strada ci siano solo le volanti, perché non è così. Ci sono i condor, i mezzi del servizio anti-immigrazione…», interviene Marilina Giaquinta, dirigente del dipartimento di polizia amministrativa. Ed è proprio la polizia amministrativa che esegue i controlli nei locali, il capitolo più corposo dell’attività della questura di Catania. Solo nel mese di marzo sono state fatte contravvenzioni per un valore di 40mila euro, molte delle quali relative all’occupazione abusiva del suolo pubblico. Nei 30 giorni appena trascorsi, sono stati ispezionati 20 esercizi pubblici nel territorio etneo e solo in quattro casi — due Compro oro, un centro scommesse e la pasticceria Savia — non sono state riscontrare irregolarità.

Ma il dato che salta all’occhio è quello che riguarda, sempre nel mese di marzo, la sospensione dell’attività di locali regolarmente frequentati da pregiudicati. Ne sono stati chiusi sei, a Picanello, San Giovanni Galermo e Barriera. «Si fanno una serie di controlli e se, dopo un certo numero di ispezioni, risulta che un dato esercizio commerciale viene frequentato da pregiudicati allora viene ordinata la sospensione dell’attività per 15 giorni. In caso di recidività, l’attività viene definitivamente chiusa», spiega Giaquinta. E sempre a proposito della cessazione dell’attività, nel terzo mese di quest’anno sono stati chiusi quattro centri scommesse abusivi, mentre due non sono stati autorizzati ad aprire. Così come non è stata concessa l’apertura di sei sale giochi, a un’altra è stata revocata la licenza e a una seconda, invece, la licenza è stata temporaneamente sospesa.


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