Hanno iniziato quasi per gioco, ma adesso sono i proprietari del più grande allevamento di chiocciole in Italia. Tante le difficoltà da affrontare, compreso il vuoto legislativo, ma sono riusciti lo stesso a crescere offrendo prodotti di nicchia, come il caviale di lumaca, ma anche cosmetici. Auspicano che altri si appassionino all'elicicoltura al fine di creare una cooperativa e finalmente riuscire a soddisfare il mercato
Sicilia, patria dell’allevamento di lumache La scommessa vincente di tre giovani
Hanno iniziato quasi per gioco circa otto anni fa e adesso sono i proprietari del più grande stabilimento dItalia per lelicicoltura, ovvero lallevamento della chiocciola per scopi alimentari. Si sono scoperti cioè allevatori di lumache e partendo dallalimentazione hanno allargato la produzione trasformandola in una vera e propria industria che dà da mangiare a tre famiglie e che vuole continuare a crescere. La lumaca Madonita.
È questa la storia di tre amici, i fratelli Michelangelo e Giuseppe Sansone e Davide Merlino, tutti under 35, che in un periodo di crisi economica e lavorativa, a Campofelice di Roccella, in provincia di Palermo, hanno saputo creare una nuova azienda, diventando al contempo imprenditori, allevatori e contadini.
Tutto nasce circa dieci anni fa quando Michelangelo scopre lesistenza dellelicicoltura frequentando un corso per capo azienda. Da quel momento iniziano le ricerche per cercare di capirne di più e la scoperta che esistono poche e piccole realtà nel Belpaese. «Ci è sembrato qualcosa di positivo e abbiamo quindi deciso di scommetterci, anche se la società labbiamo costituita nel 2009», spiega Michelangelo. Messa una quota ciascun come capitale sociale, il primo passo è quello di affittare un terreno, quello successivo lacquisto delle chiocciole.
Subito, però, sono tanti i problemi da affrontare e i soldi purtroppo persi, a causa dellinesperienza dei tre – tanto che Michelangelo definisce i primi due anni «un vero e proprio disastro» – e della mancanza di una legislazione specifica. Le difficoltà non sono solo lavorative, bisogna affrontare anche la diffidenza dei genitori. «Non potevamo tornare indietro per almeno due ragioni dichiara Michelangelo Sansone – da una parte avevamo investito troppi soldi, tutti i nostri risparmi di poco più che ventenni, dallaltra abbiamo avuto sin da subito una rete di vendita che non volevamo perdere. Fare vedere ai nostri genitori che ce lavremmo fatta, poi, era importante», spiega ancora il giovane. Oggi sono l’orgoglio della famiglia e del paese in cui vivono.
Con il passare del tempo, i tre ragazzi sono riusciti ad affermarsi. «Abbiamo imparato i dosaggi dellacqua, che è ideale quella calcarea e che deve essere costantemente pulita, come pure ad ottimizzare il terreno che non deve essere assolutamente argilloso, ad esempio, fino a creare un metodo tutto nostro», dichiara Sansone. I tre non solo utilizzano delle chiocciole che sono un mix tra quelle francesi e quelle autoctone, hanno anche deciso di dargli il mangime imparando a coltivare gli ortaggi necessari allalimentazione delle chiocciole.
E se allinizio non sapevano bene come fare, piano piano, «lentamente e inesorabilmente come le lumache», scherza Michelangelo Sansone, sono comunque andati avanti. Prima hanno ampliato la produzione alimentare, andando oltre la semplice vendita di lumache vive, con i trasformati come zuppe grazie alla collaborazione con una azienda di Enna. Quindi hanno deciso di dedicarsi a un mercato molto di nicchia come quello del caviale di lumaca. L’ultima frontiera è quella dei cosmetici che presto verranno messi in commercio. «Abbiamo voglia di crescere e di fare. È un bel lavoro, non troppo faticoso, ma che richiede molto impegno, anche perché in Italia non esiste una legislazione per chi deve iniziare e i problemi vanno affrontati quando si presentano», dice ancora Michelangelo Sansone. «Non abbiamo neanche laiuto dellAsl, dobbiamo affidarci all’autocontrollo», aggiunge.
Mirano a farsi conoscere fuori dai confini siciliani, anche se già adesso la vendita è soprattutto on line e quindi non per forza legata al territorio. Intanto continuano a lavorare e a partecipare alle fiere nazionali e internazionali a cui sono invitati e auspicano che altri decidano di dedicarsi allelicicoltura. Lo scopo è quello di creare una cooperativa capace di soddisfare il mercato, perché attualmente «le realtà sono piccole e dislocate nel territorio, lavorando insieme, invece, possiamo ottenere di più. Per noi è una sfida che vogliamo vincere», conclude Michelangelo Sansone.
[Foto di La Lumaca Madonita]