La Sicilia esporta meno petrolio e prodotti raffinati, in tre anni ha dimezzato le importazioni di gas e ha ridotto anche i consumi di energia elettrica. Colpa della crisi, ma non solo. Il punto sui dati più importanti che riguardano l’energia in Sicilia viene fuori dal rapporto 2015, curato dall’Osservatorio regionale. I nuovi obiettivi a livello europeo passano dal nuovo pacchetto su clima ed energia al 2030: 40 per cento di riduzione di gas serra rispetto al 1990, 27 per cento di energia prodotta da fonte rinnovabile, 27 per cento di incremento per l’efficienza energetica. In Sicilia nel primo semestre del 2015 l’export petrolifero è diminuito a causa della discesa dei prezzi del settore sui mercati internazionali, e si è ridotto pure quello dei prodotti raffinati, che rappresentano quasi i tre quinti delle esportazioni totali regionali, incidendo in modo pesante sul Pil siciliano: in totale si registra un -18,5 per cento, con la contrazione più forte verso i Paesi dell’area dell’euro (-40,8 per cento) e verso il continente africano (-37 per cento).
La copertura del fabbisogno di gas naturale, nell’isola, continua a essere alimentata dalle importazioni, ma va sottolineata una forte riduzione di gas importato nel periodo compreso tra il 2012 e il 2014, rispettivamente, da 27 milioni di metri cubi di gas importato a 13 milioni di metri cubi, praticamente dimezzato. Di questi, 9 milioni di metri cubi continuano il viaggio verso il resto d’Italia, mentre 4 milioni vengono consumati in Sicilia, di cui il 60 per cento è utilizzato per la produzione di energia elettrica, mentre la restante parte per gli usi finali negli altri settori. Un dato che fa pensare è quello relativo al decremento nei consumi di energia elettrica in tutti i settori, a seguito di una diminuzione della domanda, verosimilmente legata alla persistente crisi economica. La potenza netta di energia elettrica installata in Sicilia è di 9.200 megawatt di cui ben 5.439 in centrali termoelettriche, 1.743 in impianti eolici, 1.294 in fotovoltaici e 722 in idroelettrici. La produzione è di 22.536 giga watt ora, di cui 17.249 da centrali termoelettriche, 2.922 da fonte eolica, 1.893 da fonte fotovoltaica e 471 da fonte idroelettrica.
Recentemente alla Regione siciliana è stato attribuito l’obiettivo, entro il 2020, di raggiungere il 15,9 per cento di consumo da fonti energetiche rinnovabili. Traguardo che passa da step intermedi: il 7 per cento al 2012, il 10,4 al 2014 (percentuali che secondo l’Osservatorio sono state raggiunte) e il 13,1 al 2016, su cui si registrano alcune difficoltà. Per centrare anche questi obiettivi è nato il Patto dei sindaci. L’iniziativa punta a un’adesione territoriale tra i Comuni per l’efficienza energetica e l’incremento dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile nei territori e cerca di arrivare al concreto risultato di una riduzione del 20 per cento delle emissione di Co2, un incremento del 20 per cento dell’efficienza energetica e l’innalzamento al 20 per cento della quota di consumi energetici coperti dalle fonti rinnovabili. Dovrà essere il Paes, piano d’azione per l’Energia sostenibile, il braccio armato e lo strumento di collegamento con i finanziamenti.
La prossima programmazione comunitaria e l’iniziativa Patto dei sindaci accelera dunque concretamente sugli obiettivi prefissati. La Regione disporrà di una leva finanziaria (Po Fesr 2014-2020) di circa 519,5 milioni di euro di aiuti comunitari. Nella relazione che tra poco sarà disponibile anche sul sito del dipartimento, emerge come l’adesione all’iniziativa riguarda circa il 90 per cento dei Comuni dell’isola, percentuale seconda solo alla regione spagnola dell’Andalusia.
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