Il rapporto di Save The Children sulle condizioni formative in Italia descrive una situazioni in cui il Meridione paga un ritardo rispetto alle aree settentrionali del Paese. L'Isola, in particolare, rimane indietro in quasi tutti gli indici. Ben lontana dagli obiettivi del progetto Illuminiamo il futuro 2030
Sicilia la prima regione per livelli di povertà educativa «Il 79% dei minori non partecipa ad attività culturali»
Non solo povertà economica, ma anche educativa. Il rapporto 2016 di Save The Children sulle condizioni formative in Italia descrive una situazione in cui la Sicilia occupa i primi posti negli indici riguardanti i disagi nel mondo della formazione. Le analisi dei ricercatori hanno preso come punti di riferimento gli obiettivi Illuminiamo il futuro 2030, che mirano a garantire a tutti i minori la possibilità di apprendere e sviluppare le proprie competenze in un ambiente scolastico che li protegga da situazioni di emarginazione.
«In Italia sono oltre un milione i bambini e gli adolescenti che vivono in povertà assoluta – si legge nel rapporto – ma c’è anche un’altra povertà, ugualmente grave e drammatica: la povertà educativa, ossia la privazione delle competenze necessarie a bambine, bambini e adolescenti per crescere e costruirsi un futuro». Nel nostro Paese, stando alle statistiche, circa il 25 per cento dei 15enni «non raggiunge le competenze minime in matematica e un quinto in lettura, percentuale che aumenta significativamente fra gli adolescenti che vivono in famiglie con un basso livello socio-economico e culturale». La Ong sottolinea come la povertà educativa determini limitazioni anche nelle opportunità di crescita «dal punto di vista emotivo, delle relazioni con gli altri, della scoperta di se stessi e del mondo».
Fra tutti, è forse il dato riguardante l’accesso alle attività creative il più preoccupante. «Il 64 per cento dei minori non accede a una serie di attività come leggere un libro, andare a teatro o a un concerto, visitare un museo o un sito archeologico», scrivono i ricercatori. Dato che per i giovani siciliani sale al 79 per cento. Nella classifica tra le regioni, ad avere l’indice di povertà educativa più alto è proprio la Sicilia con un punteggio di 118,76, seguita da Campania (118,64), Calabria (113,87) e Puglia (111,83). Il dato più basso, invece, riguarda la Lombardia.
Soffermandoci sui livelli di apprendimento, gli studiosi hanno raccolto i dati riguardanti la percentuale di 15enni che non raggiunge i livelli minimi di competenze in matematica e lettura, le cifre sulla dispersione scolastica e la partecipazione alle attività culturali. Anche in questo caso, la regione messa peggio è la Sicilia con un punteggio di 123,85. Subito dopo vengono la Calabria (123,63) e la Campania (120,41). Per i minori del Meridione, condizioni decisamente distanti rispetto ai coetanei del Nord con Trentino, Friuli e Veneto che registrano i livelli migliori.
Infine, per quanto riguarda l’offerta educativa – percentuali di classi primarie e secondarie senza tempo pieno, mancanza del servizio mensa e della connessione internet veloce – il discorso non cambia di molto. Anche se, in questo particolare indice, la Sicilia è superata – in negativo, si intende – da Puglia e Campania. Una magra consolazione, in un contesto generale che non fa ben sperare.