Sono tre i regali che uno degli artisti più importanti al mondo secondo The Guardian, ha lasciato a Niscemi. Uno si sta sgretolando, un altro ha davanti un cumulo di rifiuti, il terzo necessita di illuminazione. Gli attivisti lanciano un appello. Il primo cittadino: «Sono realizzati su edifici non pubblici». Guarda le foto
Si sbriciolano i murales di Blu contro il Muos Sindaco: «Spetta ai privati prendere iniziative»
Niscemi negli anni ha ricevuto regali preziosi. Si trovano, per lo più, sulle facciate di edifici incompleti. Opere d’arte donate da street artist di fama nazionale e, in un caso, internazionale. Sono tre – e tutti sul tema del Muos – i murales realizzati da Blu, inserito qualche anno fa dal quotidiano inglese The Guardian, tra i migliori dieci al mondo. Che hanno attratto nel Comune del Nisseno visitatori e amanti dell’arte di strada. Nonostante le opere, oggi, non godano di ottima salute: al buio, una perde pezzi, l’altra guarda un cumulo di rifiuti.
«Continuiamo a veder sbriciolare questi pezzi unici sotto i colpi mortali del degrado e dell’incuria», denuncia il comitato No Muos di Niscemi. Nel quartiere Sante Croci, franato nel 1997 e ancora in parte non ricostruito, Blu ha riempito un’intera facciata con un mostro metallico, con quattro parabole al posto di occhi e orecchie e i bracci della gru a sorreggerlo. Sotto di lui, il popolo No Muos. La distanza tra il mostro e chi protesta è riempita da tante croci. La foto scattata dagli attivisti mostra un cumulo di cartoni davanti all’opera. «Ma è un’immagine vecchia – si difende il sindaco Ciccio La Rosa – di un periodo in cui la differenziata si era fermata, oggi invece arriva al 55 per cento e siamo tra i primi in Sicilia». Ma gli attivisti replicano: «La foto è stata scattata venerdì 20 novembre».
Non se la passa meglio il murales del belvedere. Lì, in fondo al corso principale del paese, da dove nelle giornate terse è possibile guardare fino a Gela, è disegnato un grande divieto di Muos, con la scritta «Lasciate libero il paesaggio». Che però si sta sgretolando. Mentre la terza opera, nel quartiere Quartararo, – un soldato con divisa statunitense batte due bacchette a forma di teschio su uno strumento fatto di lanciamissili – «continua a rimanere priva di illuminazione», denunciano gli attivisti. Che lanciano un appello all’amministrazione e ai cittadini «affinché si inverta l’involuzione civica che da tanto, troppo tempo, colpisce il nostro paese e le sue bellezze. Invitiamo – aggiungono – l’amministrazione a curare maggiormente quel patrimonio comune che molti artisti hanno deciso di donare alla città, mediante la manutenzione ordinaria delle opere e la corretta illuminazione delle stessa al fine di rendere veramente fruibile alcune delle eccellenze che il territorio offre, anche grazie all’impegno economico e sociale del comitato No Muos».
Il sindaco La Rosa, però, dice di non aver ricevuto richieste ufficiali e che «le opere sono realizzate su edifici di privati e spetta a loro prendere l’iniziativa». Al limite, aggiunge, «c’è la pro loco, ci sono gli artisti locali, loro si devono muovere». «Io – conclude – conosco il valore della street art, ho anche fatto realizzato un grande murales, dieci metri per quattro, su un muro di casa mia sul tema del Mediterraneo».
Intanto, attorno ai regali di Blu, le opere di arte di strada si sono moltiplicate. Grazie ai lavori del catanese Luca Prete e di Nema. Nelle prossime settimane se ne aggiungerà una di un altro etneo, Poki. E proprio il quartiere Sante Croci, ferito ancora dalla frana del ’97, potrebbe diventare in futuro un laboratorio per la street art.