Sgombero clochard: un’interrogazione e una denuncia «Persone trattate come rifiuti. Fare chiarezza sui fondi»

Un’interrogazione parlamentare e una denuncia alla procura di Catania. Entrambe hanno per oggetto lo sgombero dei senzatetto da piazza della Repubblica dello scorso 17 marzo. Quando materassi, coperte, pezzi di cartone e altri pochi oggetti dei clochard sono stati buttati dagli operatori della Dusty, la ditta che si occupa del servizio di raccolta dei rifiuti in città. Un’azione che l’assessore Andrea Barresi aveva presentato come «un’operazione di pulizia e di decoro». Sistemati i luoghi, però, per le persone bisogna aspettare perché tutte le strutture elencate dall’assessore Giuseppe Lombardo come disponibili a ospitarli, al momento, in realtà sono già piene. Una vicenda che adesso è finita sul tavolo della ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e anche su quello della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. A presentare un’interrogazione è stata deputata catanese del gruppo ManifestA Simona Suriano.

«In quella occasione, ci si è approcciati a quelle persone come fossero dei rifiuti», ha commentato la deputata questa mattina durante la conferenza stampa davanti al tribunale. «Oltre a informare i ministeri delle modalità con cui è stata condotta quell’operazione, ho chiesto se ci sono dei fondi da usare in città per strutture per accogliere i senzatetto a partire dai beni confiscati alla mafia». E proprio quella doveva essere, infatti, la destinazione dell’immobile tolto alla criminalità organizzata in via Delpino, nel quartiere Librino. Dopo anni di attese e ritardi, era stato definito «troppo decentrato» dall’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo. Lo stesso che il giorno dello sgombero aveva dichiarato al nostro giornale che a disposizione dei senzatetto «ci sono i centri di accoglienza di via Stazzone, della Locanda del Samaritano e della Casa della Speranza» e che erano stati loro a scegliere di continuare a vivere per strada. E, invece, è bastato fare qualche telefonata per verificare che in queste strutture tutti i posti sono già occupati

Dal circolo cittadino di Rifondazione comunista e di Sinistra europea – assistiti dall’avvocato Enzo Faraone è arrivata una denuncia alla procura etnea in cui si chiede che venga aperta un’indagine su quanto avvenuto e, più in generale, sulla gestione dei fondi da usare per trovare delle sistemazioni adeguate per i senzatetto. «Abbiamo denunciato gli atti di violenza che si sono registrati nei confronti di persone fragili – spiega il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Mimmo Cosentino – che sono stati considerati come spazzatura. Per questo chiediamo che venga avviata un’inchiesta». L’impressione è che quella delle persone che vivono per strada sia trattata come una questione di ordine pubblico. È così dai tempi dell’ordinanza anti-bivacco del sindaco Salvo Pogliese e degli sfratti da quelle che erano state definite «villette di cartone». I problemi sono chiari, adesso bisogna pensare alle possibili soluzioni. «Catania non ha un piano regolatore dagli anni Sessanta e nemmeno un piano abitativo – aggiunge Orazio Vasta del sindacato Asia Usb – A che punto sono le graduatorie dell’Istituto autonomo case popolari? Un anno fa c’è stata l’inchiesta Sipario – ricorda Vasta – in cui è emerso che sarebbe stato un mafioso a occuparsi di assegnare gli alloggi dello Iacp. Da tempo chiediamo un incontro chiarificatore ma non lo abbiamo ancora ottenuto. Nel frattempo – ha concluso – non si può pensare di risolvere le questioni abitative con la polizia e con la pulizia».

Marta Silvestre

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