Dalla parte della ragione. Così si è definito, stamattina, il governatore siciliano parlando dei contenuti dell'ordinanza che prevede lo svuotamento dei centri d'accoglienza entro oggi. Ma colpi di scena è difficile che ce ne saranno. I tre possibili scenari
Sgomberi hotspot, Musumeci sfida Conte e il governo «Hanno tempo fino a mezzanotte, poi vado in procura»
«Noi aspettiamo fino a stasera. Siamo convinti che il governo centrale non vorrà arrivare a una situazione di tensione». L’ultimatum c’era già, scritto nell’ordinanza più contestata da che la Sicilia ha conosciuto il Covid, ma a sentirlo dalla viva voce del presidente Nello Musumeci fa un certo effetto: il governo centrale ha tempo fino alla prossima mezzanotte per sgomberare tutti gli hotspot presenti in Sicilia. E se così non fosse? Ecco, se ciò non dovesse avvenire – come è chiaro a tutti, perlomeno nelle tempistiche – non accadrà nulla di ciò che auspica Cateno De Luca. Nessuna sommossa popolare, nessuna rivolta, come il sindaco di Messina, nei panni più di istigatore che di consigliere, ha proposto ieri al presidente della Regione.
Musumeci si è presentato questa mattina nella sede catanese della Regione per difendere il proprio provvedimento. Difenderlo nella sostanza, ma anche nella forma: «Ci sorprende il fatto che la stampa abbia dato clamore a un’ordinanza adottata anche nelle vesti di soggetto attuatore dell’emergenza Covid», ha esordito il governatore. La tesi del governo, che serve anche da replica al Viminale che si è limitato «a un comunicato stampa» per informare la Regione, è che l’ordinanza di sgombero è assolutamente legittima, nella misura in cui affronta l’aspetto sanitario del problema. Non la gestione dei migranti in sé, ma le condizioni in cui gli stessi vengono tenuti in attesa di essere identificati e ricollocati, procedure che anche quando il Covid non c’era richiedono quasi sempre molto più tempo di quelli previsti sulla carta. «Da parte nostra non c’è alcuna volontà di scontro con lo Stato, lo Stato d’altronde siamo noi: Regione, Comuni, Province – ha proseguito Musumeci -. Ma dal governo centrale ci attendiamo lo stesso rispetto. All’arroganza, alla superficialità e ai silenzi che servono a far perdere tempo per neutralizzare gli effetti del problema rispondiamo con assoluta fermezza».
Per Musumeci, che si è soffermato a ringraziare nell’ordine Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Maria Stella Gelmini, in tutta questa vicenda «non ci sono pregiudizi di carattere politico» ma soltanto la rivendicazione del diritto di tutelare i milioni di persone che si trovano in questo momento in Sicilia. Anche in questo citati in un ordine: siciliani, turisti, migranti. «Ai primi di marzo e poi ad aprile abbiamo lanciato l’allarme sul flusso di migranti che avremmo subito con il bel tempo. Lo sapevano anche da Roma – ha attaccato Musumeci -. Era il momento per aprire interlocuzione con il Nord Africa e in particolare con la Tunisia, che non è in guerra». Il governatore sciorina numeri e percentuali: rispetto all’anno scorso, sottolinea, in Sicilia sono arrivati migranti per sette volte.
Al governo centrale, Musumeci imputa l’avere sottovalutato la fase di organizzazione della gestione dell’epidemia nei centri di accoglienza: «In 24 ore abbiamo trovato noi la nave dove fare trascorrere la quarantena, mentre gli hotspot hanno carenze igieniche. La ministra Lamorgese, l’ho sentita una decina di volte e le ho suggerito di verificare le competenze del prefetto responsabile dell’ufficio Immigrazione del Viminale», va avanti Musumeci. Non mancando di sottolineare che da parte del governo regionale non ci sia alcuna tendenza a scivolare su posizioni razziste – «non importa se in quei centri ci siano persone nere, bianche, marroni, bionde, se siano migranti o professionisti» – e di criticare le soluzioni immaginate dal governo nazionale. Come la tendopoli di Vizzini. «Campi di concentramento che chiamano tendopoli e senza che il sindaco venisse consultato. Noi abbiamo mandato i nostri medici che hanno confermato l’assenza di requisiti igienico-sanitari», ha sottolineato il presidente.
Musumeci ha poi lasciato la parola all’assessore alla Salute Ruggero Razza. Non prima di invitare Roma a «smettere di mostrare i muscoli e iniziare a fare il proprio dovere, perché noi siamo dalla parte della ragione». «Questa mattina – ha annunciato Razza – abbiamo dato mandato alle nove Asp di effettuare visite di accertamento dei requisiti per i luoghi d’accoglienza. Sapete meglio di me che in molti casi è capitato che la promiscuità abbia determinato la diffusione del contagio». Razza si è soffermato anche sui casi di allontanamento dagli hotspot. «Si è detto che che le fughe erano state fatte da soggetti risultati negativi al primo tampone, ma sappiamo che bisogna attendere diversi giorni prima di ottenere la conferma con il secondo accertamento».
A chi ha chiesto come si comporterà il governo regionale nel caso da Roma non dovessero arrivare segnali, Musumeci ha detto che nel caso di silenzi palazzo d’Orleans informerà la magistratura «perché ci troveremo davanti a una omissione», mentre nel caso in cui il consiglio dei ministri dovesse impugnare l’ordinanza regionale «faremo valere le nostre ragioni nelle sedi opportune». Infine l’ultimo caso, quello per cui Roma prenda sul serio l’ordine di Musumeci: «Se mostrano disponibilità, potremmo concedere qualche giorno di tempo per consentire di trovare le soluzioni per ricollocare i migranti. Dopo – ha concluso il governatore – apporremo i sigilli agli hotspot».