Cefalù, tre indagati per sfruttamento della prostituzione: turni già fissati fino al 2025

Sfruttamento della prostituzione e tentata violenza sessuale. Sono questi i reati per cui i carabinieri di Cefalù (in provincia di Palermo) hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Termini Imerese, su richiesta della procura, nei confronti di due fratelli di 67 e 63 anni e di una donna, una 52enne originaria dell’America Latina.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, iniziate nel giugno del 2023, i tre avrebbero gestito due immobili a Cefalù e Lascari, come vere e proprie case d’appuntamento dove fare prostituire donne provenienti dal Sud America e, in particolare, di origine colombiana. All’attività di prostituzione avrebbe collaborato anche l’indagata che avrebbe gestito le singole ragazze. I due uomini avrebbero richiesto il pagamento di 350 euro per ogni prostituta che soggiornava negli immobili su turnazioni settimanali, con un’attenta pianificazione sino almeno al 2025.

Oltre a tale pagamento, le singole ragazze sarebbero state indotte a offrire prestazioni sessuali agli indagati a titolo gratuito. In un caso, di fronte al rifiuto della vittima di concedersi gratuitamente, la donna sarebbe stata minacciata che in caso contrario sarebbe stata allontanata dall’abitazione non consentendole più di lavorare. Nel corso delle attività di indagini è stata accertato che le donne avrebbero accettato questo lavoro perché in uno stato di bisogno.

Le attività tecniche di indagine hanno permesso di documentare, nel periodo compreso tra aprile e giugno di quest’anno, lo sfruttamento di 23 prostitute a fronte di 560 clienti. Inoltre, è stato anche accertato che le singole donne pubblicizzassero la propria attività su siti d’incontri online, prestandosi ai vari appuntamenti dalle 8 del mattino sino a tarda notte per il prezzo di 50 euro a incontro. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo i tre immobili destinati all’attività illecita, tutti in aree residenziali dei comuni di Lascari e Cefalù e anche la cifra di 28.350 euro ritenuta profitto dello sfruttamento della prostituzione


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