Un presunto sistema di sfruttamento lavorativo è stato scoperto dalla guardia di finanza nel Palermitano e nel Trapanese. Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla procura di Palermo, l’imprenditore Giovanni Caronna, 49 anni, originario di Partinico, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di caporalato. Nei suoi confronti è stato eseguito anche un sequestro preventivo di circa 100mila […]
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Sfruttamento dei lavoratori in 11 negozi tra Palermo e Trapani: arrestato imprenditore, sequestrati 100mila euro
Un presunto sistema di sfruttamento lavorativo è stato scoperto dalla guardia di finanza nel Palermitano e nel Trapanese. Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla procura di Palermo, l’imprenditore Giovanni Caronna, 49 anni, originario di Partinico, finito agli arresti domiciliari con l’accusa di caporalato. Nei suoi confronti è stato eseguito anche un sequestro preventivo di circa 100mila euro, ritenuti il profitto illecito derivante dalla condotta criminale. Caronna gestiva direttamente e indirettamente 11 punti vendita di prodotti che spaziano dal vestiario all’elettronica, dislocati tra Carini, Partinico, Alcamo e Castellammare del Golfo. Le indagini, condotte dalla compagnia delle Fiamme gialle di Partinico, hanno svelato una presunta realtà fatta di sottosalario, contratti part-time fittizi, assenza di ferie e riposi, e un controllo continuo tramite videosorveglianza per monitorare le prestazioni dei lavoratori e rimproverarli in caso di scarsi risultati o pause prolungate.
Accertato anche l’uso sistematico di contratti part-time per mascherare un reale impiego full-time, con stipendi al di sotto dei minimi contrattuali, spesso sproporzionati rispetto alla quantità e qualità del lavoro svolto. Un meccanismo ben collaudato, che coinvolgeva decine di dipendenti e due ulteriori società a lui riconducibili. Nel corso delle indagini è emersa anche la figura di Giuseppe Maurizio Genna, 58 anni, di Alcamo, formalmente titolare di alcuni dei punti vendita. A lui è stato notificato un avviso di garanzia, poiché secondo gli inquirenti avrebbe operato in concorso con Caronna nella gestione illegale dei rapporti di lavoro.
Oltre alle misure personali, sono scattate anche denunce per le tre società coinvolte per responsabilità amministrativa degli enti. Una di queste è stata sottoposta a amministrazione giudiziaria per un anno, per permettere la continuazione dell’attività sotto il controllo di un amministratore nominato dal tribunale di Palermo. Le perquisizioni sono state eseguite contemporaneamente all’esecuzione delle misure, nelle province di Palermo e Trapani, a cura del gruppo della guardia di finanza del capoluogo.