Sfogliando i libri di Lorenzo

“Il libro è l’oggetto feticcio per eccellenza, esso va posseduto”. Sono parole tratte dal diario giovanile di Lorenzo Vecchio, scrittore e cineasta siciliano prematuramente scomparso per una grave malattia nel maggio del 2005, e che con il suo primo romanzo Mia madre non chiude mai aveva vinto il premio Vittorini.
 
A distanza di quasi quattro anni, viene finalmente esaudito uno dei suoi ultimi desideri, quello di poter offrire in prestito i libri a lui appartenuti, fonte di ispirazione per molte delle sue opere scritte e filmate. Per questo motivo Lorenzo, di rientro da Roma, città nella quale studiava cinema al Dams di Roma Tre, aveva deciso di riportare indietro tutti i suoi libri per poterli raccogliere insieme nella stessa città e nella stessa casa, quella di Acireale.
 
Adesso l’Associazione culturale Scarti e il circolo Arci Babilonia hanno inaugurato la biblioteca che permetterà a tutti di leggere i libri appartenuti a Lorenzo. L’inaugurazione è avvenuta venerdì 3 aprile. Come sottolineato dal padre Sebastiano Vecchio, docente di Filosofia del Linguaggio nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Catania, finora era mancato un luogo dove potere collocare i volumi. Questo spazio è stato trovato all’interno del Centro Mistero Buffo di Acireale (via Pennisi 25), che funge da sala prove, laboratorio musicale e teatrale, postazione internet ed altro ancora.
 
La serata di inaugurazione della biblioteca è stata scandita dalla lettura di brevi passi dei libri di Lorenzo, dalla proiezione di uno dei suoi lavori cinematografici, dall’esecuzione di due brani tratti dalla colonna sonora del mediometraggio Ballata di un uomo sottile (realizzato nell’estate 2001).
È stata un’occasione per sfogliare qualcuno dei testi cui Lorenzo si è ispirato per i suoi lavori. Anthropology di Dan Rhodes per gli episodi (suicidi d’amore) e Suonala ancora, Sam. Le più belle battute del grande cinema di Roberto Casalini per la cornice, furono per esempio i due libri che ispirarono la realizzazione di Naufragi, corto ideato, diretto e montato da Lorenzo nell’estate del 2000 e proiettato nella sala interna del centro per parenti, amici e alcuni semplici curiosi. Ma sugli scaffali c’è posto anche per Stephen King, uno degli scrittori più amati da Lorenzo, che però nascose le sue opere quando il padre andò a Roma a trovarlo.
 
È curioso anche sfogliare le dediche che compaiono sui volumi. Dediche talora scritte da sconosciuti, come quella che accompagna Due di due di Andrea De Carlo, che Lorenzo comprò a tremila lire in una bancarella di Roma: “I sentimenti che ci legano non hanno bisogno di parole. In queste pagine troverai solo una parte in più di me. Gianluca”. Poco dopo Lorenzo aggiungeva: “Tremendo vendere per due lire una dedica così, puttana”. E poi ci sono le dediche di Abbas Kiarostami, regista iraniano cui Lorenzo aveva deciso di dedicare la tesi (“Kiarostami come artista totale”). Il professore Vecchio si era rivolto al regista parlandogli in francese, per dettargli il nome di suo figlio: “Il s’appelle Lorenzo”. Ma Kiarostami, che il francese non lo capisce, aveva storpiato “il s’appelle”, dedicando il volume a una certa Isabella…
 
A conclusione della serata è stato letto un breve paragrafo in cui si parlava di un nuovo progetto che aveva interessato Lorenzo: quello di scrivere un libro ambientato in Paradiso, visto come un’infinita biblioteca. Chiusura con le note di Ballad of a thin man (‘Ballata di un uomo sottile’), il capolavoro del cantautore americano Bob Dylan che ha dato il titolo al mediometraggio di Lorenzo.


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