«Due ragazzi fanno sesso non protetto, mascherati e perde chi rimane incinta». È Sex Roulette, l’ultima sfida moderna che sta prendendo piede tra i giovani, raccontata a MeridioNews da Francesco Pira, professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’università di Messina. Forse il pezzo più estremo del complicato puzzle della sessualità giovanile, che ha anche risvolti sanitari secondo le recenti dichiarazioni di Bruno Cacopardo, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, che sta registrando un notevole aumento dei casi di Hiv e sifilide tra ragazzi e ragazze. Chiedendo a gran voce che a occuparsi del fenomeno siano anche politici e, appunto, sociologi. Per affrontare il problema in un contesto più ampio: la società intera.
«Challenge come quella sono azioni protese solo ad assicurare il piacere, ma a mancare è il sistema affettivo», continua Pira a proposito della sfida sessuale. Una promiscuità non proprio nuova al tempo dei social network o di app di incontri come Tinder, in cui la scelta di una persona somiglia a un acquisto in negozio: può bastare fermarsi alla vetrina. E proprio il consumo veloce sembra essere il principio cardine del sistema. Nella velocità, i sentimenti diventano fragili e l’amore liquido. Basta un click a cancellare anni di conversazioni e ricordi in una chat condivisa con l’altro, che torna a essere estraneo da un momento all’altro.
«È il consumismo emozionale che caratterizza il nostro tempo. Più le relazioni sono fragili, più generano solitudine e insicurezza – spiega Pira – Viviamo un contesto di grande provvisorietà, in cui non costruiamo relazioni, ma le usiamo». E, come un oggetto di cui sbarazzarsi, «se una relazione non corrisponde più ai miei desideri uso la comunità guardaroba: entro, prendo il vestito che mi piace e poi lo poso quando non mi piace più». Dinamiche in cui la tecnologia ha un ruolo non secondario, in cui «si riflettono mancanza di responsabilità e voglia di impegnarsi». Come nel fenomeno del ghosting – il chiudere una relazione senza dare spiegazioni, sparendo come un fantasma – con importanti conseguenze sull’autostima, che innescano nell’altro dal senso di colpa a quello del fallimento: «Se sparisco, l’altra persona entra in crisi perché non capisce dove ha sbagliato».
Dubbi e tormenti che sembrano però allontanare, anziché avvicinare: «Le indagini ci dicono che gli adolescenti preferiscono avere il primo rapporto sessuale online – continua il docente – Dal punto di vista sociologico, significa che c’è una tale paura di esporre il proprio corpo da preferire sentirsi schermati da un pc o un cellulare». L’altro non interessa in quanto tale, ma solo come involucro, usato per soddisfare il piacere personale. È così che, secondo il docente, si spiegherebbe anche la fluidità di genere contemporanea: più che apertura mentale, disinteresse verso tutto quello che non sia «provare piacere». Meccanismi percepiti a livello sociale, ma difficili da affrontare anche per chi giovane non è più. «Gli adulti non riescono a reagire – conclude Pira – e a ragionare insieme ai ragazzi sui valori, perché oggi provare a dare ai figli qualità, più che quantità, fa saltare tutti gli schemi».
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