A sollevare la questione, al punto da trasformarla in un caso mediatico, un’installazione dell'artista cinese Zheng Bo dal titolo Pteridophilia. Il video mostra scene 'erotiche' tra l'uomo e le piante. Il direttore Schicchi: «Chiederò al responsabile la presenza di un addetto»
Sesso con piante, opera all’Orto Botanico fa discutere Manifesta: «Vietato ai minori e audio solo con cuffie»
Amare la natura così letteralmente da consumare rapporti erotici con le piante. È l’ecosessualità, pratica che esiste realmente ma che ha attirato l’attenzione, almeno a Palermo, con un’installazione video dell’artista cinese Zheng Bo dal titolo Pteridophilia. L’opera – installata a metà giugno ma diventata un caso mediatico solo in questi giorni – si trova all’interno dell’Orto botanico nell’ambito della manifestazione internazionale d’arte Manifesta e mostra su alcuni monitor disposti tra gli alberi scene erotiche tra l’uomo e le piante. Nello specifico, ritrae sette giovani che camminano in una foresta di Taiwan stabilendo un contatto intimo con delle felci: da un rapporto sessuale a una sessione di sesso orale, «fanno l’amore con le piante – si legge nel cartello che illustra i video – percependone la morbidezza e il profumo». Solo che a Palermo non tutti hanno apprezzato.
L’idea dell’artista, nato nel 1974 a Beijing, in Cina, ed esperto in tematiche sociali ed ecologiche, è di indagare il passato e immaginare il futuro dalle prospettive delle comunità emarginate e delle piante spontanee. In questo caso, il rapporto intimo tra uomo e piante rimanderebbe al rapporto emotivo tra le tribù locali di Taiwan e le felci, comuni in quel territorio ma «non considerate di pregio dai colonizzatori giapponesi». L’intento è volutamente provocatorio e l’obiettivo si potrebbe dire raggiunto: non mancano, infatti, numerosi commenti sui social che stigmatizzano la possibilità che il video possa essere visto anche da bambini e chiedono che l’installazione venga rimossa. Sebbene all’ingresso un cartello metta già in guardia dal contenuto forte delle immagini, vietando l’ingresso ai minori di 16 anni.
«Sin dall’inizio ho chiesto di collocare un cartello con scritto ‘Contenuto non adatto ai minori di 16 anni’ e di inserire delle cuffie in modo che non si sentisse l’audio del video, così come ho richiesto che a vigilare ci fosse del personale – spiega il direttore dell’Orto Botanico, Rosario Schicchi – Qui i bambini possono accedere solo accompagnati dai genitori. In ogni caso, chiamerò il responsabile di Manifesta per richiedere nuovamente la presenza di un addetto». Sui social alcune persone hanno pubblicato una parte del video tacciando l’opera come pornografica. «È una forma d’arte sulla quale personalmente ho dei dubbi – risponde Schicchi – ma, se Manifesta la propone, avrà una valenza».
Ma a preferire di non addentrarsi in spiegazioni artistiche è anche il direttore generale della biennale, Roberto Albergoni. «Le scelte dei 50 progetti artistici inseriti nel programma sono a cura del team di Manifesta 12 – spiega, contattato da MeridioNews – composto da Bregtje van der Haak, giornalista e film-maker olandese; Andrés Jaque, architetto e ricercatore spagnolo; Ippolito Pestellini Laparelli, architetto nato in Sicilia e partner dello studio OMA di Rotterdam; e Mirjam Varadinis, curatrice svizzera di arti visive». In riferimento alla collocazione del video, infine, anche Albergoni assicura che «si è già provveduto a inibire l’audio per i soli visitatori dotati di cuffie e a segnalare chiaramente che il contenuto non è adatto ai minori di 16 anni. Si procederà a rafforzare il sistema di informazione sul contenuto, così da rendere libero ciascuno di fruire o meno della video installazione».