Proseguire con la Tecnis nonostante tutto. Affidare l’appalto alla seconda o alla terza classificata. Indire un nuovo bando di gara col rischio di una cascata di ricorsi. A conti fatti sono questi gli scenari che si aprono per l’anello ferroviario di Palermo dopo il sequestro delle quote di Tecnis, Artemis e Cogip. Tra oggi e domani si attendevano novità da parte del commissario governativo Saverio Ruperto – nominato a novembre dopo l’interdittiva antimafia della Prefettura di Catania – sul fronte del piano di ristrutturazione del debito e dell’eventuale cessione dell’azienda.
Peccato che adesso il commissario sia diventato amministratore giudiziario dopo il sequestro di 250 milioni in azioni. A questo punto a Ruperto occorrerà più tempo per presentare il piano di rientro (sempre che non vada in porto l’ipotesi circolata nei giorni scorsi del concordato preventivo), specie se questo si fondava sulla vendita di una parte della società, magari proprio di quella porzione colpita dal provvedimento della Direzione distrettuale antimafia. L’amministratore potrebbe ugualmente trovare il modo di risparmiare o fare cassa, ma non potrà più contare sulle quote sequestrate. E questo potrebbe complicare il suo lavoro.
Alcune settimane fa Ruperto, che ancora vestiva i panni del commissario prefettizio, aveva indicato l’anello ferroviario fra le opere cui la Tecnis non intendeva rinunciare. Sarà ancora così? Dopo l’operazione dei Ros l’interrogativo è d’obbligo: da giorni i cantieri del capoluogo (ma anche quelli nel resto della Sicilia) sono fermi e gli operai, che aspettano mesi di stipendi arretrati, stanno scioperando a oltranza. Una situazione che sta esasperando gli animi dei commercianti e dei residenti delle strade scoperchiate dalle trincee, a partire da via Emerico Amari. «Questa azienda non era e non è in condizione di portare avanti i lavori dell’anello ferroviario di Palermo – sostiene il presidente della commissione Attività produttive Paolo Caracausi (Idv) -. Il sindaco Leoluca Orlando intervenga immediatamente per chiedere la sospensione definitiva dei lavori, il ripristino dello stato dei luoghi e permettere pertanto alle attività economiche di riprendere la propria vita commerciale e ai residenti di vivere in sicurezza».
Del resto il Comune solo questo può fare e ha già fatto: chiedere a Rfi, che intanto potrebbe anticipare gli stipendi al posto della Tecnis, di valutare la rescissione del contratto. Poi chiudere i cantieri e ricoprire le strade in danno al colosso catanese. «È un’ipotesi catastrofica ma, se si deve fare, meglio subito», commentava pochi giorni fa il sindaco. Se si arrivasse a questa soluzione, per completare l’anello Rfi potrebbe rivolgersi alla seconda classifica (Impregilo) o alla terza (la Sis che ha realizzato il tram) ma si perderebbe un altro anno di tempo e sopratutto si dovrebbe rivedere il progetto. Alla gara ognuno aveva presentato il suo, diverso dagli altri. In ultima istanza si potrebbe rifare il bando andando però incontro a tempi ancora più dilatati e a una prevedibile pioggia di ricorsi. «L’opera resta fondamentale per offrire alla nostra città un sistema di trasporti moderno e alternativo al mezzo privato – conclude Caracausi -, ma non può gravare sulle spalle dei palermitani e delle attività commerciali che ne subiscono i disagi. Via Amari, via Sicilia e via Lazio hanno già pagato per non avere nulla in cambio, adesso basta».
«Mi auguro che Orlando si dia da fare per incontrare al più presto il nuovo amministratore giudiziario della Tecnis, nominato stamattina dal Tribunale di Catania – rilancia Angelo Figuccia del gruppo misto -, con cui concordare una veloce ripresa dei lavori e una loro rapida conclusione». Il consigliere si chiede «quali conseguenze avrà lo sbarco in città di decine di migliaia di turisti con l’approssimarsi dell’estate ed il conseguente arrivo delle grandi nave da crociera. Avranno enormi difficoltà a raggiungere dal porto il centro della città e i più importanti monumenti».
Nel frattempo, i lavoratori dell’anello ferroviario hanno espresso piena fiducia nei confronti di Ruperto, nella sua nuova veste di amministratore giudiziario della Tecnis. E hanno annunciato che da domani sospenderanno lo sciopero. «I lavoratori hanno deciso di inviare questo segnale tornando al lavoro a partire da domani – affermano i segretari di Fenal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Ignazio Baudo, Antonio Cirivello e Francesco Piastra, dopo la videoconferenza in tutti i cantieri italiani della Tecnis, durante la quale Ruperto ha rassicurato sul proseguimento e completamento dell’opera -. Le organizzazioni hanno condiviso e appoggiato la decisione della ripresa dell’attività produttiva, assunta nel corso di un’assemblea sindacale questo pomeriggio». Per i sindacati, quindi, si apre un nuovo percorso dal quale si aspettano «la continuità produttiva del cantiere e la soluzione rispetto al problema delle spettanze arretrate e ribadiamo la necessità di un confronto a un tavolo in Prefettura con l’amministratore giudiziario e con Rfi».
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