Dieci ettari del sito storico-archeologico sono destinati a «custodire e rinvigorire le nostre tradizioni dell'agroalimentare», spiega il direttore Enrico Caruso. Ceci, lenticchie, cous cous, farina e pasta verranno imbustati e venduti con il marchio dei templi
Selinunte: grani antichi e legumi con il logo del Parco «Anche l’agricoltura sarà cruciale per futuro del sito»
Campi agricoli nel cuore della civiltà antica che hanno come sfondo templi, valli e costa mediterranea. A Selinunte inizia la mietitura del grano con cui si produrrà cous cous e pasta con il logo del parco archeologico. «In un luogo così ricco di storia, abbiamo scelto di coltivare grani antichi – spiega a MeridioNews il direttore del parco archeologico Enrico Caruso – che sicuramente rendono meno delle colture americane, ma ci permettono di custodire una tradizione agricola che, altrimenti, rischia di andare perduta».
Non solo grano ma anche lenticchie e ceci avranno il logo del parco. Dopo la sperimentazione dello scorso anno con un solo ettaro messo a coltura «che ci aveva già dato ottimi risultati e soddisfazioni, quest’anno sono dieci gli ettari del parco destinati a rinvigorire le antiche tradizioni dell’agricoltura locale». Un ettaro è riservato alla produzione dei legumi: ceci, varietà sultano e pascià, e lenticchie. Gli altri nove sono, invece, destinati al grano duro di origine siciliana dal russello al tumminia fino al perciasacchi. «Infine, anche il grano monococco – continua Caruso – ritrovato, come ha dimostrato l’attuale assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana, Sebastiano Tusa, all’interno della Grotta dell’Uzzo, uno dei più importanti siti preistorici della Sicilia. La più antica attestazione del passaggio degli uomini preistorici da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori».
Ceci e lenticchie saranno imbustate e vendute con il logo del parco «attraverso una filiera che stiamo ancora organizzando», afferma il direttore. Il grano servirà per produrre semola per cous cous, farina e pasta. Tutti i prodotti avranno anche il logo del consorzio Ballatore, l’organismo che fa capo all’assessorato regionale all’Agricoltura «che ha curato la sperimentazione di cui si raccoglieranno i frutti. Questo ottimo raccolto – conclude Caruso – fa ben sperare per il futuro del parco che intende riservare un ruolo di primo piano all’agricoltura, incrementando ulteriormente la superficie da coltivare e ridando al paesaggio storico il ruolo di cornice, di primo piano all’archeologia di Selinunte che non teme rivali nel Mediterraneo».