Sei corde per una voce unica

Luci basse, atmosfera soffusa. Un piccolo palco, una sala raccolta, quella dell’associazione musicale Alan Lomax dove venerdì sera si è esibita Cristina Donà. Due seggiole, due chitarre, una per lei, l’altra per il giovane chitarrista Francesco Garolfi, solito accompagnarla in questo suo ultimo tour di “piccoli concerti a sorpresa”.

Sulle note di un assolo di chitarra, Garolfi plasma l’atmosfera in sala. Sorridente ma in silenzio, la Donà fa il suo ingresso sul piccolo palco dove, tra l’applauso e la sorpresa del pubblico, mostra una nuova e più dolce che mai immagine di sé. A fare capolino, infatti, anche una piccola pancia che Cristina non esita a mostrare.

Poi gli applausi si placano e… “Di cosa vivrai, piccola faccia. La tua casa sembra vuota ma qualcuno ti aspetta”, musica e parole ad aprire l’attesissimo concerto della nota cantautrice rock italiana.
Pubblico appassionato, un ambiente piccolo e raccolto ad incorniciare l’esibizione della Donà che, a distanza di un anno dal concerto al Teatro Ambasciatori, fa nuovamente tappa a Catania. “Avevo promesso che sarei tornata d’estate e, con mio dispiacere, non è stato possibile” – interloquisce col pubblico – “quindi eccomi qua”. In scaletta si alternano vecchi e più recenti successi che, in chiave totalmente acustica, Cristina ripropone come tracce di questa sua ultima raccolta dal titolo dell’omonimo brano “Piccola faccia”. Un appuntamento unico nel suo genere, un concerto per pochi, che ha registrato il “tutto esaurito” in pochissimo tempo.

L’incontro di una voce straordinaria, quella delle Donà, unita alle sei corde dell’esordiente chitarrista Francesco Garolfi , perfetto connubio di note e parole ora appena sussurrate, ora fatte emergere con forza sulla melodia. Versioni semplici e pulite, leggere e minimali, ma allo stesso tempo di grande effetto e suggestione, sono quelle regalate al pubblico della Lomax.

Una canzone dopo l’altra, passa veloce la serie di brani da eseguire. “Salti nell’aria” è una dedica speciale, una dedica al bimbo che porta in grembo, a tutti i bambini, che riescono a sorridere e immaginare nonostante tutto, semplicemente immaginare. “Se ridi il mondo si arrende a te”, e poi ancora “immagina intensamente e vedrai dove gli altri pensano che non ci sia niente”, poesia in musica, testi dal forte impatto visivo, caratteristica della Donà.
“Dentro una vertigine che danza e ci porta al di là del tempo”, così Cristina canta dell’ ”Universo”. Una canzone d’amore, la sua “Stelle Buone”, meno melodica e dai suoni più scostanti, con un’anima decisamente più rock.
“So che un braccio dopo l’altro porterò a destinazione… Tengo al minimo il battito. Controllo che il respiro non ceda” è la volta di “Triathlon”. Poi “Goccia”, “Invisibile”, “Nel mio giardino” con la straordinaria riproduzione vocale del suono di un’armonica ad incantare il pubblico.
A completare la straordinaria proposta di brani, le due cover “I’m in you” di Peter  Frampton e “Sign your name” di Terence Trent D’Arby.
 
Chitarra e voce, come per ritornare alle origini, come per spogliare le canzoni del superfluo e presentarle così, alla luce della loro nuda bellezza, piccoli gioielli di musica italiana. Più di un’ora in compagnia di Lady Donà per un concerto dall’atmosfera magica, quasi a riprodurre sensazioni e visioni di un mondo parallelo, forse il nostro.


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