Al grido di «giù le mani da Carola e dalla Sea Watch» centinaia di persone sono scesi in piazza oggi pomeriggio a Palermo per manifestare propria solidarietà alla comandante Carola Rackete e al suo equipaggio. All’appello lanciato sui social da diverse associazioni – tra cui Legambiente Sicilia, Forum Antirazzista Palermo, Arci Sicilia, Mediterranea, Cobas, e i sindacati confederali – hanno aderito in tantissimi che con striscioni e slogan hanno manifestato la propria indignazione per la sorte della giovane comandante 31enne di origini tedesche finita ai domiciliari dopo avere forzato il blocco per fare sbarcare a Lampedusa i 41 migranti a bordo della nave da 17 giorni.
«Capitana Rackete libera» e «Chiudere i lager in Libia» si legge su alcuni, mentre una signora mostra orgogliosamente il cartello con la scritta «Senza muri é confini, senza razza né Salvini» e, ancora, alcuni ragazzi tendono un lenzuolo con questo messaggio: «La lotta non ha confini, capitana mia capitana». Un corteo multicolore, festoso e pacifico costellato di bandiere e manifesti, è partito così poco dopo le 19 dal Teatro Massimo diretto in via Emerico Amari dove è previsto un presidio proprio davanti all’ingresso del porto del capoluogo.
«Si tratta di un evento importate perché in questo momento il silenzio fa soltanto il gioco di chi vuole che il Mediterraneo sia avvolto nel silenzio – dice Claudio Arestivo – Oggi la solidarietà è nei confronti di Carola ma anche di tutte quelle persone che si battono anche all’ombra di contesti dove i riflettori non sono accesi». E proprio stamane, Mediterranea Saving Humans è di nuovo in mare con la nave Alex, mentre la Mare Jonio resta sequestrata a Licata: «La nave Alex era la nave di appoggio della Mar Jonio e ora è stata riallestita per andare in zona Sar per un’azione di monitoraggio e di soccorso delle imbarcazioni in difficoltà. Essere lì è fondamentale per mantenere accesi i riflettori in un mare dove non sappiamo più cosa succede proprio per l’assenza di testimoni».
«Le ong si fanno in quattro per salvare le vite in mare – gli fa eco Tommaso Castronovo di Legambiente Sicilia – è necessario sostenere la loro azione: siamo qui proprio per ribadire che nessuna legge della terra può ignorare le leggi del mare». «Ancora una volta la città di Palermo sta dalla parte del rispetto dei diritti, della Costituzione e delle convenzioni internazionali che vengono sistematicamente violate da questo governo che ha la maschera disumana del ministro Salvini – attacca il sindaco Leoluca Orlando – Sembra che ci sia una sorta di persecuzione del ministro nei confronti di coloro che salvano vite umane come l’equipaggio della Sea Watch. Ed è inaccettabile che il ministro con il suo comportamento ha di fatto impedito al comandante l’esercizio del proprio dovere: salvare chiunque si trovi in pericolo in mare e di portarli in un porto sicuro».
E poi il primo cittadino ha aggiunto: «Salvini è un giovane Mussolini, dobbiamo impedire che diventi il Mussolini maturo: quello che ha prodotto guerre e genocidi».
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