La nave con 47 migranti ha avuto un posto di fonda a Marina di Melilli, nel Siracusano. Mentre la società civile si mobilita per l'accoglienza, il ministro degli Interni ha scritto al governo olandese. Intanto Cettina Di Pietro ha denunciato il taglio delle gomme
Sea Watch al largo di Augusta, Salvini: «Ci pensi l’Olanda» Sindaca M5s: «Non mi si accusi per le scelte del governo»
«Per riparare dalle condizioni meteo in ulteriore peggioramento, ci hanno assegnato un posto di fonda a 1,4 miglia dal porto di Augusta, Marina di Melilli, Siracusa. Un posto di fonda invece di un Pos (un porto sicuro, ndr)». È quanto scritto in un tweet dalla Sea Watch. La nave della ong, con a bordo 47 migranti salvati nel Mediterraneo, da ieri pomeriggio ha fatto rotta verso la Sicilia orientale a largo delle coste tra Siracusa e Catania.
L’ingresso dell’imbarcazione nelle acque territoriali italiane è stato consentito a causa delle cattive condizioni meteo per garantire le sicurezza delle persone che si trovano in mare ormai da sette giorni. Al momento, la Sea Watch è affiancata da motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza. Intanto il ministro dell’Interno Matteo Salvini – che il tribunale di Catania vuole processare per la vicenda della nave Diciotti – ha dichiarato di aver inviato «quindici minuti fa una lettera al governo olandese in cui viene ufficialmente e formalmente incaricato di occuparsi di questa imbarcazione che batte bandiera olandese e degli occupanti presenti a bordo». E poi fa un riferimento vago a presunti approfondimenti da parte di organi investigativi sul comportamento della Sea Watch. «Posso aggiungere che sono in corso esami da parte delle forze dell’ordine sul comportamento di questa ong che pensa di imporre una sua legislazione in un Paese come l’Italia dove ci sono delle regole che vanno rispettate». Nessun riferimento preciso però ad apertura di indagini da parte di qualche Procura.
«La città di Augusta non rimanga in silenzio». È l’appello lanciato dal collettivo Antigone per una mobilitazione al fine di evitare «un nuovo vergognoso stallo della Sea Watch, del suo equipaggio e delle persone a bordo scampate a un naufragio. Esprimiamo preoccupazione – aggiungono gli attivisti – per le condizioni psicofisiche di chi, dopo un viaggio infernale, è costretto a stazionare proprio a un passo da casa nostra». Un messaggio che vorrebbe tenere fuori le questioni strettamente politiche ma nel quale il collettivo chiede anche di conoscere «la posizione dell’amministrazione della città».
Il vicepremier Luigi Di Maio ieri ha dichiarato che la nave avrebbe avuto supporto medico e sanitario ma ha poi invitato a «puntare la prua verso Marsiglia e far sbarcare le persone sul suolo francese, anziché aspettare inutilmente nelle acque italiane per giorni». Intanto, la sindaca pentastellata di Augusta, Cettina Di Pietro, in mattinata ha pubblicato un post sulla propria pagina Facebook per comunicare di aver trovato due ruote bucate della propria macchina. Un fatto che, secondo la prima cittadina, potrebbe essere collegato alle vicende di questi giorni. «Ho personalmente portato con la mia auto minori ai centri di accoglienza per toglierli dal porto – si legge -. Quando il personale medico era maschile, ho aiutato io sotto le docce delle giovani e terrorizzate migranti a fare il trattamento anti scabbia. Adesso queste cose le grido perché non ci sto a essere accusata per le scelte di un governo e non si capisce perché nessuno attacchi il neonato direttivo di Salvini ad Augusta, dal quale prendo le distanze».
Nel pomeriggio di ieri il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha fatto sapere che «l’amministrazione comunale è pronta ad accogliere i 47 migranti, avvalendosi della collaborazione della Curia e di tante associazioni che sono state contattate e hanno dato la loro disponibilità». Oltre alle realtà organizzate, un segno di apertura è arrivato anche da molti cittadini che hanno offerto le proprie case per dare ospitalità ai migranti dopo un eventuale sbarco. «Siracusa è pronta e disponibile – ha ribadito questa mattina il primo cittadino – Ma è chiaro che l’autorizzazione all’attracco non viene data dal sindaco».
In attesa che la situazione si sblocchi con l’intervento del governo e delle autorità portuali, una larga parte della società civile si sta già mobilitando. «Inutile continuare a negare il loro ingresso nel porto, abbiamo già offerto riparo dalle condizioni del mare – dice Luca Castello, presidente del circolo Arci Khorakhane di Siracusa – Le realtà solidali del territorio sono pronte a mobilitarsi. Finora la città ha dimostrato che la voce dell’accoglienza è più forte della propaganda terrorista verso il diverso».
Un messaggio di apertura arriva anche dall’arcivescovo di Siracusa, monsignor Salvatore Pappalardo. «Posso solo dire che di fronte a persone che rischiano la vita, ognuno di noi, per la propria parte, si deve attivare per assicurare la migliore accoglienza e la salvaguardia della vita». Dalla diocesi è, infatti, arrivata subito la disponibilità all’accoglienza dei migranti. «Non possiamo pensare – aggiunge Pappalardo – che queste persone non abbiano alcun diritto alla vita e all’accoglienza. Per cui, quello che è nelle nostre possibilità va fatto. Mi auguro che in alto loco si pensi in maniera corretta».