Sea Watch 3 rompe gli indugi e punta verso Lampedusa «Basta, entriamo. Non per provocazione ma per necessità»

«Basta, entriamo. Non per provocazione, per necessità, per responsabilità. Ho deciso di entrare in porto a Lampedusa. So cosa rischio ma i 42 naufraghi a bordo sono allo stremo. Li porto in salvo». Con un tweet delle 14.04 la comandante della Sea Watch 3, la 31enne tedesca Carola Rackete, annuncia la decisione che ormai si aspettava da diverse ore. La nave della ong che 14 giorni fa ha soccorso nel Mediterraneo 42 persone rompe gli indugi e punta verso Lampedusa. «In 14 giorni – si legge ancora nel tweet – nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile, l’Europa ci ha abbandonati. La nostra comandante non ha scelta». 

Dal porto dell’isola sono partite alcune motovedette della Guardia di finanza in direzione della Sea Watch. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini risponde su Facebook: «I governi di Olanda e Germania ne risponderanno, sono stufo. Chi se ne frega delle regole ne risponde, lo dico anche a quella sbruffoncella della comandante della Sea Watch che fa politica sulla pelle degli immigrati pagata non si sa da chi. Sappia che l’autorizzazione allo sbarco non c’è, schiero la forza pubblica, il diritto alla difesa dei nostri confini è sacra».

Dopo la decisione di ieri della Corte europea dei diritti dell’uomo che ha detto no alla richiesta di sbarco proveniente dalla ong, la capitana sa che, violando il divieto d’ingresso nel territorio italiano, andrà  incontro a una multa da 50mila euro, alla denuncia insieme al suo equipaggio e al sequestro della nave. «Questa mattina – fanno sapere dalla Sea Watch – abbiamo comunicato ai naufraghi la decisone della Corte di rigettare il ricorso. Sono disperati. Si sentono abbandonati. Ci hanno detto che la vivono come una negazione, da parte dell’Europa, dei loro diritti umani». Dal Forum Lampedusa solidale – che comprende chiesa cattolica e Mediterranean Hope, il progetto delle chiese evangeliche per l’accoglienza – arrivano ringraziamenti: «Grazie Carola! Grazie del peso dell’umanità di cui ti sei fatta carico nel mondo grande e terribile governato dell’egoismo. Chi salva una vita salva il mondo intero».

Intanto sull’isola nelle ultime ore continuano i mini sbarchi autonomi, non intercettati da nessuna nave. L’ultimo proprio ieri: ad arrivare sulle coste di Lampedusa sono stati otto tunisini. Per quanto riguarda l’accoglienza dei 42 migranti della Sea Watch, la portavoce della Commissione europa che si occupa del dossier migranti, Natasha Bartaud, ha spiegato che sono in corso contatti con diversi Paesi dell’Ue. «Ci stiamo muovendo con diversi Stati membri in vista di trovare una soluzione in termini di ricollocamenti una volta avvenuto lo sbarco dall’imbarcazione. Organizziamo pro-attivamente la fase successiva». Secondo fonti Ue, la richiesta alla Commissione di coordinare il ricollocamento non è partita dall’Italia, ma da almeno quattro-cinque Stati membri disponibili ad accogliere i migranti. 

Dopo la notizia dell’avvicinamento della Sea Watch, Salvini punta il dito contro l’Europa: «Chiamerò il premier Conte ed il ministro Moavero. Non esiste che Paesi europei se ne fottono di quello che fanno navi battenti bandiera del loro Paese. È un comportamento indegno. L’Unione europea è assente, non esiste, mi sono rotto le palle». 


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