La manifestazione che ha visto coinvolte molte persone con manifesti e striscioni, attivisti di associazioni da sempre coinvolte nella difesa dei diritti dei migranti ma anche il sindacato di base USB, Sinistra Comune e un gruppo del Pd è partita dal piazza Verdi per arrivare in Prefettura.
Se tocchi uno tocchi tutti, centinaia in piazza per Soumaila «Agghiacciante il silenzio istituzionale dopo la sua morte»
Se tocchi uno tocchi tutti, è questo lo slogan della manifestazione di oggi nata per protestare contro l’uccisione di Soumaila Sacko, il giovane sindacalista del Mali ammazzato da colpi di fucile in Calabria. La marcia che ha visto un centinaio di persone con manifesti e striscioni, attivisti di associazioni da sempre coinvolte nella difesa dei diritti dei migranti ma anche il sindacato di base Usb, Sinistra Comune e un gruppo del Pd è partita dal piazza Verdi per arrivare in Prefettura.
Soumaila Sacko era un padre, un bracciante agricolo. Lavorava nella Piana di Gioia Tauro, dove migliaia di persone, non differentemente dalle campagne siciliane, vengono sfruttate per due euro l’ora dai caporali. Soumaila Sacko era un sindacalista che combatteva con coraggio per affermare i diritti di chi non ha voce ed è sfruttato nell’invisibilità. È stato ucciso a colpi di lupara, a sangue freddo, mentre con due connazionali tentava di portar via delle lamiere da una fabbrica dismessa, al solo fine di riparare i rifugi precari in cui i migranti sono costretti a vivere.
«Troviamo agghiacciante il silenzio istituzionale successivo alla sua morte. – dicono gli attivisti scesi in piazza oggi – Noi vogliamo gridare forte che se toccano Soumaila toccano ciascuno di noi, che il suo esempio di vita, di lotta, ci guida già nell’alzare la testa, denunciando le reali cause delle disuguaglianze sociali, contro chi invece costruisce odio creando capri espiatori nelle persone più indifese e criminalizzando chi le aiuta».
«L’unica invasione in atto oggi in Italia è l’invasione razzista, – aggiungono – frutto della speculazione politica di tanti e del silenzio imbarazzato di altri, che in questi anni hanno preferito non vedere o, peggio, hanno sdoganato politiche securitarie ed escludenti che iniziano col colpire i migranti, ma ben presto si abbatteranno su tutta la popolazione, a partire dai più poveri e da chi costruisce solidarietà e difende l’universalità dei diritti».