Riprendiamo da Scene Digitali, il blog di Vittorio Zambardino il suo appello a donare il 5 per mille alla nostra associazione per la promozione del giornalismo universitario e la lettera che la professoressa Rosa Maria Di Natale gli ha spedito.
Lettera di Rosa Maria di Natale, giornalista e docente universitaria, su due piccoli miracoli di giornalismo digitale universitario, che provano a vivere nonostante l’indifferenza. E poiché lei ha dei pudori, scrivo io che si può anche contribuire a quei due miracoli destinando il 5 per mille a UPress CTA Onlus con questo cf: 93158320874
Il generale Sun Tzu diceva che se i rami degli alberi si muovono significa che il nemico sta avanzando.
Il generale Sun Tzu non ha preso in considerazione l’ipotesi che se i rami rimangono immobili, non è perché il nemico non attacca. Ma perché è l’immobilismo il vero nemico: quello invisibile e più duro a morire.
Non è che a Catania ci si intenda di strategie militari, ma accade invece che in una Facoltà universitaria del sud Italia, non più in difficoltà di tante altre, i ragazzi che studiano giornalismo e comunicazione combattono ogni giorno una battaglia con strumenti piuttosto all’avanguardia: un magazine universitario on line dove s’impara a fare inchieste, sperimentare la multimedialità e il giornalismo “dal basso”. Ed anche una radio d’Ateneo che porta il nome del pastìs locale, dove s’impara a gestire voce e ritmo, programmazione e contenuti, musica e saperi.
Il terreno è difficile e il nemico è forte e silenzioso, altro che i rami fruscianti del generale Sun Tzu. Qui fare giornalismo è difficile, forse più che altrove. Qui hanno ammazzato Pippo Fava, per intenderci, e ogni tanto i boss mafiosi hanno vita facile nel pubblicare le loro lettere dalla cella del 41 bis sul quotidiano cittadino.
Le grandi redazioni sono lontane e quelle che ci sono, appaiono ben distanti dal fare la rivoluzione del nuovo. Eppure a Step 1 e a Radio Zammù succede da anni che ci si sperimenta, e pure bene. Senza mai un euro, è ovvio. Per Step 1 si è già passati all’autogestione e al fundrainsing, e sulla radio pende la minaccia incombente di chiusura. “Senza soddi non si canta missa”, si dice, pure da queste parti.
Bene. La facoltà di Lingue a Catania sta per chiudere “causa riorganizzazione” e i ragazzi iniziano a respirare l’aria giusta. L’aria del sapersi arrangiare, del pensare più all’oggi che al domani, del giornalismo precario ancora prima che si entri in azienda, l’aria del tutto incerto eppure tutto così bello, perché te lo devi costruire da solo. Zammù chiuderà? Troveremo un’altra frequenza, forse. I pezzi per diventare pubblicista con Step1 costano e non c’è un euro? Vinceremo un premio e pure qualche soldo per tirare avanti. La facoltà chiude? Studieremo comunque, of course.
E’ il prezzo dell’eccellenza che si paga dalle nostre parti. Tutto questo avviene oggi e forse avverrà ancora, tra il rumore incazzato degli studenti e il silenzio del nemico. L’importante è continuare, rumorosamente, contro il gattopardesco incedere della bestia che tanto si agita in silenzio perché tutto resti com’è.
Ma il generale Sun Tzu a Catania non c’è mai stato. E queste cose non le sa.
*Rosa Maria Di Natale, giornalista, tutor di Step 1 e docente a contratto di “Giornalismo e nuovi media”
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