Scuola, precari da vent’anni e senza stipendio da tre mesi  L’odissea di 500 collaboratori tra debiti e bollette da pagare

Sono precari da vent’anni, da quando sono entrati nel bacino Lsu nel ’95. Dopo cinque anni in 500 sono transitati nelle scuole, rimanendo in sospeso. Per loro l’assunzione a tempo indeterminato è rimasta solo un sogno. Si tratta dei collaboratori scolastici di Palermo e provincia che da tre mesi non percepiscono lo stipendio. «Parte di noi è stata stabilizzata negli enti locali – racconta a MeridioNews Giuseppe Affronti, responsabile del coordinamento dei Diritti della Uil Sicilia – Invece chi è transitato a scuola, come me, è rimasto in attesa. Nel 2000, seguendo le indicazioni imposte da Italia lavoro, ci costituimmo in quattro cooperative: Istruzione pubblica, Pubblica istruzione, 30 Aprile e Comitini. Da allora abbiamo avuto proroghe su proroghe ma nessuna stabilizzazione».

«L’anno di proroga – spiega – è stato approvato. I soldi sono inviati in due tranche, la seconda copre fino a fine anno ma siamo a dicembre e non abbiamo ricevuto un euro. Viviamo ogni giorno enormi difficoltà, abbiamo famiglie e figli da mantenere, ad alcuni di noi è stata tagliata la luce in casa non potendo pagare le bollette. Altri hanno parcheggiato le loro auto perché non possono più pagare i costi della benzina e dell’assicurazione. Adesso arriva il Natale, un momento di gioia che dovremo passare con le nostre famiglie in questo stato di ansia e purtroppo senza poter fare nemmeno un regalo ai nostri bambini e con debiti da pagare. I lavoratori devono essere tutelati e la loro dignità garantita: noi svolgiamo servizi essenziali per la comunità».

Affronti da tre anni lavora alla scuola elementare Falcone dello Zen. Prima per sedici anni ha prestato servizio presso la Rosolino Pilo e per due anni al Garibaldi. «I soldi devono arrivare dal Miur – spiega – e ci hanno detto che li hanno mandati all’Ucb (uffici centrali del bilancio, ovvero la ragioneria dello Stato, ndr). Poi verranno trasferiti alle scuole, da lì alle cooperative e, infine, nei nostri conti correnti. La preoccupazione è grande, oltre all’enorme disagio e alle difficoltà che stiamo vivendo».

Il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone, nei giorni scorsi a Palermo, ha incontrato gli ex Lsu. «Conosce la nostra storia, ci ha garantito che ci avrebbe stabilizzati – aggiunge – ed è arrivato il momento di farlo. Noi, per altro, siamo gli storici. In passato funzionava così: ci assegnavano chi a scuola, chi al comune e chi alla regione. Noi siamo rimasti a scuola e non ci siamo ribellati quando i nostri fratelli sono stati stabilizzati, confidando che presto sarebbe toccato anche a noi. Ma non è mai successo. Adesso basta – conclude -: è necessario che il governo Renzi si assuma le proprie responsabilità e sblocchi le somme che attendiamo».


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Si tratta dei bidelli del bacino ex lsu per i quali l'assunzione a tempo indeterminato, attesa dal '95, è rimasta un sogno. Per Giuseppe Affronti è arrivato il momento di dire basta: «Non ci siamo ribellati quando i nostri fratelli sono stati stabilizzati, confidando che presto sarebbe toccato anche a noi ma non è mai successo». Il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, nei giorni scorsi a Palermo, li ha incontrati

Si tratta dei bidelli del bacino ex lsu per i quali l'assunzione a tempo indeterminato, attesa dal '95, è rimasta un sogno. Per Giuseppe Affronti è arrivato il momento di dire basta: «Non ci siamo ribellati quando i nostri fratelli sono stati stabilizzati, confidando che presto sarebbe toccato anche a noi ma non è mai successo». Il sottosegretario all'Istruzione Davide Faraone, nei giorni scorsi a Palermo, li ha incontrati

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