Scontro tra il sindaco Pogliese e il Calcio Catania «Aiutarci? La sua è un’uscita ruffiana e politica»

Il botta e risposta si consuma a stretto giro subito dopo il pareggio interno contro la Casertana. Una partita senza sussulti con il Catania in difficoltà, costretto a rincorrere gli ospiti in uno stadio deserto per la mancanza del numero adeguato di steward. Particolare che sabato aveva imposto alla prefettura lo stop all’apertura dei cancelli per il pubblico. E così a rimanere a casa è stato anche il sindaco di Catania Salvo Pogliese, tifoso rossazzurro e abbonato affezionato in tribuna B

«Il clima del Massimino è una penalizzazione inaccettabile – scrive Pogliese sulla sua pagina Facebook – Le evidenti difficoltà societarie non possono condizionare oltremodo l’andamento di una stagione che tutti speravamo fosse quella della svolta, dopo anni di tribolazioni e delusioni». E se il passato recente è stato avaro di gioie per i tifosi, il futuro non sembra promettere i palcoscenici della gloriose stagioni in serie A. Pogliese, senza giri di parole, chiede «chiarezza» senza disdegnare una velata frecciata all’amministratore delegato Pietro Lo Monaco: «Il Catania è un patrimonio che prima ancora che alla proprietà e all’amministratore delegato, appartiene ai tifosi, ai simpatizzanti, agli sportivi, in una parola alla città di Catania. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, avviando un percorso di confronto con gli organi societari». 

Il messaggio del sindaco si conclude annunciando porte aperte in municipio «senza inutili arroccamenti di principio, per non soccombere alla tentazione dell’indifferenza». Poco dopo il post Facebook del sindaco è arrivata la dura replica del Catania con una lunga nota, pubblicata sul sito ufficiale della società. Toni decisi e una sequenza di frecciate: «Si prende atto dell’uscita politica del sindaco e fin da ora dà la propria disponibilità a qualsiasi incontro». 

Subito dopo il Catania mette nero su bianco quanto speso negli ultimi anni per usufruire dello stadio Angelo Massimino, impianto di proprietà di Palazzo degli elefanti: «Abbiamo versato al Comune circa 180mila euro annui per la pubblicità e l’affitto del campo, ai quali vanno aggiunti 90mila euro per la cura del manto erboso e 40mila euro per la pulizia e il gasolio: nell’arco di un triennio, abbiamo speso quindi circa 930mila euro per aprire le porte dello stadio».

Il livello del confronto è teso, nonostante i toni apparentemente cordiali, e il Catania bolla come «un po’ ruffiana» la presa di posizione del sindaco. «Il suo sembra più un appello indirizzato a un’azienda fallita – conclude la nota – il Calcio Catania non lo è, i dipendenti continuano ad andare al lavoro e chi ha la responsabilità della conduzione continua ad assumerla».


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