Quando niente, quando tanto. L’assemblea regionale la porta per le lunghe nella seduta di ieri e inizia in tutta fretta i lavori sul cosiddetto collegato alla Finanziaria, una sorta di maxidisegno di legge che ha il compito di integrare la Finanziaria e – per dirla semplice – fare entrare dalla finestra le norme uscite dalla […]
Ars: passano norme sui precari, ma è tutti contro tutti tra Schifani, maggioranza e opposizione
Quando niente, quando tanto. L’assemblea regionale la porta per le lunghe nella seduta di ieri e inizia in tutta fretta i lavori sul cosiddetto collegato alla Finanziaria, una sorta di maxidisegno di legge che ha il compito di integrare la Finanziaria e – per dirla semplice – fare entrare dalla finestra le norme uscite dalla porta dopo l’impugnativa del governo nazionale, che ha di fatto mutilato le previsioni di spesa approvate dall’Assemblea regionale. Prima questione sul tavolo, quella dei precari. Ok ai Forestali, per loro pronti circa 74 milioni di euro, ci si riprova con la stabilizzazione dei 1166 ex Pip della Sas (Servizi ausiliari Sicilia), per loro stanziati quasi 23 milioni all’anno. Norme passate senza troppi intoppi, con il clima che però si è infiammato sul nodo degli altri grandi precari: il bacino degli Asu: quasi 4500 persone i cui destini, inseriti sistematicamente in ogni finanziaria, vengono altrettanto puntualmente stroncati da Roma o dalla corte dei Conti.
Occasione d’oro per l’opposizione per sparare a zero su Renato Schifani e il suo esecutivo, di fatto «commissariato dal presidente della Regione, che non si fida più del suo governo», come dice Antonello Cracolici, deputato del Partito democratico, che ha parlato di «crisi politica». E poi c’è evidente lo scollamento tra governo e Assemblea, un vecchio refrain che ricorda tanto la legislatura guidata da Nello Musumeci, con la commissione Bilancio accusata di una riunione lampo, senza membri dell’opposizione, che ha partorito in fretta e furia i 40 articoli della manovrina correttiva, stralciandone una decina. La tensione comunque c’è e si tocca con mano, si evince dalle battute di Marco Falcone, assessore al Bilancio, presente in Aula e soddisfatto – alla fine – per avere portato a casa il risultato, e in generale dal nervosismo che serpeggia tra i banchi e che si palesa quando salta fuori il tema Asu. Lì persino la maggioranza – ma non è una novità – dimostra di avere posizioni diverse. Questa volta è Giusi Savarino (Fratelli d’Italia) a chiedere delucidazioni approfondite. Il leghista Vincenzo Figuccia canta vittoria: «Dopo oltre 20 anni di attività fantasma all’interno della pubblica amministrazione, i lavoratori del bacino unico ad esaurimento Ex Pip Emergenza Palermo attualmente sussidiati, finalmente avranno l’opportunità di contare su un reddito certo e su un impegno a tempo indeterminato».
Meno ottimista è l’opposizione. «Se questo della manovrina-bis doveva essere un banco di prova per testare lo stato di salute della maggioranza, per Schifani e i suoi non ci sono certo buone notizie e le prospettive per questo governo sono tutt’altro che rosee. Questo governo sembra già alla frutta», dicono in una nota congiunta i capigruppo di Partito democratico e Movimento cinque stelle Michele Catanzaro e Antonio De Luca. «Abbiamo assistito a una maggioranza spaccata e in crisi di nervi, con grandi frizioni sugli emendamenti aggiuntivi e con il presidente della Regione che è arrivato addirittura a minacciare le dimissioni. Si è creato un clima tale che non ha consentito al governo di portare a casa la manovra con il voto finale, che è stato rimandato alla prossima settimana. È la prova – concludono – che la coesione dei partiti che sostengono Schifani è in continuo deterioramento, e non abbiamo ancora completato il primo anno di legislatura».