Nominati da una settimana, i nuovi vertici di Giovane Italia Catania sarebbero «asserviti a logiche di segreteria». Ad affermarlo Giacomo Bellavia, consigliere comunale per anni a capo del movimento giovanile del Pdl, dimessosi dopo una mozione all'interno del partito. «Strumentalizza questioni che sono solo giovanili per i suoi fini politici» ribatte Stephen Distefano, presidente regionale del movimento giovanile. La stessa accusa che Bellavia rivolge a Salvo Pogliese, che però si guarda bene dall'inserirsi nella polemica
Scontro nel Pdl giovanile per le nomine Bellavia: «Pressioni di Salvo Pogliese»
Scontro in Giovane Italia Catania, sezione giovanile del Pdl. Esattamente un settimana fa venivano presentati i nuovi responsabili provinciali, e l’ex presidente provinciale Giacomo Bellavia accusa i neo nominati Antonio Bonanno e Luca Sangiorgio di essere «Asserviti a logiche di segreteria». Dopo una settimana caratterizzata da uno scambio di comunicati stampa dai contenuti infuocati, lo scontro tra Bellavia e la presidenza regionale dell’associazione giovanile non accenna a rientrare. «Sono affermazioni deliranti, nessuno può intervenire sulle nomine, Giovane Italia ha uno statuto separato dal Pdl», risponde Stephen Distefano, attuale presidente regionale e catanese come Bellavia, che rilancia: «L’onorevole Salvo Pogliese e Basilio Catanoso hanno fatto pressioni all’interno del movimento per attuare un repulisti» dichiara infatti il consigliere comunale.
Il caso ha inizio con le dimissioni di Bellavia dal suo ruolo nel movimento giovanile, arrivate dopo il congresso del Pdl Catania di febbraio nel quale Bellavia presentò una mozione di successo legata alla neonata associazione Merito e Cambiamento. Nominato Antonio Bonanno quale presidente provinciale in sostituzione – e con parere positivo – di Bellavia, sarebbero però iniziate le pressioni del parlamentare dell’Ars e del coordinatore provinciale del Pdl. Obiettivo? Sostituire i vertici della sezione comunale, ovvero il presidente Sergio Serafini nominato da Bellavia, con un commissario, individuato in Luca Sangiorgio.
«Bellavia strumentalizza questioni che sono solo giovanili per i suoi fini politici», risponde alle accuse Stephen Distefano: tocca infatti al presidente provinciale scegliere quello della città di Catania, motivo per il quale Bonanno avrebbe individuato un suo uomo di fiducia, ovvero Sangiorgio. «Nessuno può intervenire sulle nomine, Giovane Italia ha uno statuto separato, e il commissariamento è stato formalizzato da Giorgia Meloni a Roma» conclude Di Stefano. «E’ vero che il commissariamento avviene per indicazione della presidenza nazionale, ma è chiaro che la Meloni non può conoscere la situazione catanese», afferma invece Bellavia. Giovane Italia Catania è una delle maggiori sezioni giovanili del Pdl in Italia, sia per i numeri che per l’influenza sul territorio. Ed è nata su quella che una volta era l’unitissima Azione giovani di Alleanza nazionale, all’interno della quale si è formata la classe politica emergente locale, compreso lo stesso Salvo Pogliese. Ma il probabile candidato sindaco per il Pdl alle comunali del 2013 si guarda bene dall’inserirsi nella polemica.
«Pogliese non risponde perché vuole far sembrare la vicenda una questione tra ragazzi. E ha delegato il suo fedelissimo ultratrentenne Distefano a rispondere che il problema sono le mie dimissioni, mentre qui si sta dicendo che invece che col merito si va avanti solo se si è asserviti alle segreterie politiche», dichiara Bellavia, per anni a capo del movimento politico giovanile. «I ragazzi del movimento hanno accettato la scelta delle dimissioni di Bellavia, ma adesso il gruppo non capisce questo suo atteggiamento», afferma intanto Distefano. «Se le dimissioni erano di sua volontà, ed è un dato di fatto, perché adesso si lamenta del commissariamento? Non si può certo costringere le persone a dimettersi» conclude il presidente regionale.
Intanto tra i giovani del Pdl Catania prevale la cautela. Nessuno si sbilancia e prende posizioni aperte, in attesa della decisione della commissione probiviri del partito, chiamata in causa da Bellavia. Esemplificativa in tal senso la posizione di Giovanni La Magna, ventisettenne consigliere della terza municipalità: «Credo che chi è a capo del movimento Giovane Italia non possa essere a capo di una corrente o di una mozione, perché si rischia di essere di parte. Quindi le dimissioni di Bellavia, che è stato un ottimo presidente per anni, sono state giuste. Ma sulla questione del commissariamento ritengo che non ci possa essere questa influenza perché solo la presidenza nazionale può attuarlo».
[Foto di Giovane Italia Catania]