Il progetto della fondazione Mission Bambini viene gestito in collaborazione con lo spazio gioco dell'associazione Talità Kum. Ogni mattina vengono accolti circa cinquanta bimbi dai 12 mesi ai cinque anni. Previsto un fondo per aiutare le «famiglie invisibili»
Scintilla, un centro educativo per l’infanzia a Librino A Catania servizi solo per il 6,8 per cento dei bambini
Parte anche a Catania il progetto Scintilla della fondazione Mission Bambini: una rete di centri educativi per l’infanzia, le Stelle, dedicati a oltre 200 bambini dagli zero ai sei anni e le loro famiglie che vivono in contesti di povertà educativa e fragilità socio-economica. A livello nazionale, il progetto prende il via con quattro Stelle, di cui una nel quartiere Librino del capoluogo etneo e in collaborazione con lo spazio gioco dell’associazione Talità Kum.
«Scintilla è una rete di nidi e scuole dell’infanzia che – ha spiegato la direttrice di Mission Bambini Sara Modena – proprio in contesti caratterizzati da forte povertà educativa ed economica, danno vita a una costellazione di aiuti che illumina il futuro dei bambini, sostenendo le famiglie e creando un sistema di supporto nella comunità in cui vivono». Oltre che Catania, il progetto interessa anche Sesto San Giovanni (Milano), Bari e Napoli. L’obiettivo è accogliere bambini che vivono in situazioni socio-economiche difficili e, per quelli provenienti dalle famiglie più indigenti, garantire l’accesso ai servizi con tariffe agevolate o, in casi particolari, anche gratuitamente.
A Catania Scintilla apre le sue porte tutte le mattine e accoglie circa 50 bambini dai 12 mesi ai 5 anni, nel pomeriggio vengono organizzati laboratori extrascolastici, tra cui anche quelli di logopedia. Alcuni bambini hanno disturbi del comportamento o forme lievi di autismo: a loro sono dedicate attività specifiche. I genitori sono coinvolti in attività con i propri figli, ma hanno anche a disposizione momenti di formazione di gruppo e individuali per acquisire gli strumenti necessari ad accompagnare al meglio i più piccoli: laboratori, consulenza e supporto psicologico, anche personalizzati.
Ogni Stella ha la possibilità di istituire un fondo per supportare le famiglie che vivono in condizioni di povertà assoluta. L’accesso al fondo è regolato dalla presenza di parametri oggettivi sulla situazione socio-economica delle famiglie: la Stella di Catania lavora in stretta collaborazione con una rete di enti del territorio per intercettare e supportare le cosiddette «famiglie invisibili», quelle che non sono a carico dei servizi sociali ma che attraversano periodi di difficoltà. L’accesso al fondo si basa sulla disponibilità a partecipare attivamente a percorsi psico-pedagogici di supporto alla genitorialità: l’obiettivo principale è infatti rafforzare il ruolo educativo delle famiglie, portandole a diventare parte integrante delle comunità educative.
I membri dell’equipe delle Stelle ricevono una specifica formazione: per gli educatori prendono il via percorsi sui temi pisco-pedagogici legati all’infanzia, anche grazie all’utilizzo di una piattaforma online creata ad hoc con contenuti multimediali, dispense e ricerche. Al fine di mettere a punto un modello di intervento e aumentare l’impatto sociale generato, è previsto un sistema di monitoraggio comune alle Stelle, incentrato su percorsi educativi dei bambini e delle famiglie. Viene inoltre individuato un manager di sostenibilità, con il compito di migliorare la sostenibilità economica e diversificare le fonti di finanziamento, e un operatore di prossimità e accoglienza, a cui spetta il compito di creare la comunità educante, rete territoriale di enti e servizi per una presa in carico globale della famiglia e del bambino.
Il Consiglio Europeo ha sottolineato che ogni Paese deve garantire l’accesso ai servizi per l’infanzia ad almeno il 33 per cento dei bambini nella fascia 0-3 anni. In Italia la percentuale è del 26,9 per cento, mancano 100mila posti per raggiungere l’obiettivo e si assiste a una grande disparità tra le aree geografiche: a fronte di un centro-nord che con il 32 per cento che ha quasi raggiunto l’obiettivo, al sud la percentuale scende al 13,5 per cento e il servizio è garantito in meno della metà dei comuni (47,6 per cento); inoltre nei comuni periferici, i posti a disposizione sono 17,8 per cento. Nel Comune di Catania la percentuale è del 6,8 per cento.