Negli ultimi mesi l’attività amministrativa del Comune di Scicli è stata fortemente condizionata dalla possibilità che il Consiglio comunale venisse sciolto per infiltrazioni mafiose. I dubbi e le preoccupazioni di una parte della città si sono trasformati in certezze ieri pomeriggio, quando il Consiglio dei ministri ne ha deliberato lo scioglimento, «in considerazione della necessità di provvedere al risanamento delle istituzioni locali, dove sono state riscontrate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata». Con la decisione, presa dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, si è detto d’accordo il presidente della Regione Rosario Crocetta. «Mi spiace che a Scicli non si andrà a votare, ma c’era il pericolo di continuità con l’amministrazione precedente», ha spiegato il governatore. Che sostiene di avere proposto una strada alternativa: «Il movimento del Megafono e altri avevano dato disponibilità a candidare un esponente delle forze dell’ordine, se gli altri partiti avessero avuto il coraggio si sarebbe evitato lo scioglimento».
Nell’ultima settimana c’erano state le prime manovre in vista dell’auspicato voto, ma nessuna andava nella direzione tratteggiata da Crocetta. Il Partito democratico aveva già annunciato le primarie che dovevano svolgersi l’1 maggio. I candidati erano il segretario Armando Cannata e Pino Savarino, già assessore e vicesindaco di Franco Susino nella cosiddetta giunta dei responsabili che ha governato Scicli nel 2014. Anche i moderati di centro si erano riuniti per discutere del futuro della cittadina ragusana e sembrava volessero candidare l’avvocato Rita Trovato. All’appello dei partiti che avevano annunciato di volersi impegnare nella competizione elettorale si era aggiunto ieri anche Fratelli d’Italia poche ore prima che arrivasse la comunicazione dello scioglimento. Nelle prossime settimane invece la prefettura di Ragusa dovrà nominare tre commissari che guideranno il paese del Ragusano per un periodo che andrà dai dodici ai ventiquattro mesi.
La gestione commissariale non è una novità per il Comune ibleo che ha visto concludersi con le dimissioni del sindaco e il conseguente commissariamento le ultime due legislature. L’ultimo era stato Franco Susino, eletto a maggio del 2012 e dimessosi a dicembre del 2014 per motivi di salute e dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. La notifica di indagini a carico di Susino è arrivata aluglio del 2014, un mese dopo l’operazione antimafia Eco che portò in cella cinque persone accusate di furto, violenza privata, estorsione e truffa aggravate dal metodo mafioso. Secondo l’accusa la cosca avrebbe gestito l’affissione dei manifesti elettorali e gli stalli del mercato cittadino e avrebbe ottenuto prima l’assunzione e poi il controllo della Ecoseib, ditta che si occupava della raccolta dei rifiuti a Scicli. Insieme ad altre sei persone indagate a piede libero furono arrestati Franco Mormina, accusato di essere a capo dell’organizzazione, il fratello Gianni e il figlio Ignazio, Ugo Lutri e Giacomo Fidone. Il processo che li vede imputati, insieme all’ex sindaco inizierà il prossimo 8 maggio, il Comune di Scicli si è costituito parte civile.
Gli arresti arrivarono dopo lunghe e complesse indagini che partirono nel 2007 dopo la denuncia dell’allora sindaco Bartolomeo Falla. Il primo cittadino denunciò un pestaggio ai danni di due giovani attacchini e dichiarò pubblicamente che alcuni consiglieri comunali intrattenevano rapporti con personaggi dalla fedina penale discutibile. Relazioni che sarebbero intercorse anche nelle campagne elettorali del 2008 e del 2012 che hanno portato all’elezione prima il sindaco Giovanni Venticinque – sostenuto da Pdl, Udc e liste civiche – e poi Franco Susino. Le indagini che inizialmente dovevano far luce sul controllo delle affissioni elettorali hanno riscontrato anche anomalie nella «gestione dei rifiuti con proroghe senza gare e con elementi mafiosi che hanno imposto assunzioni e lavori», si apprende da un comunicato diffuso ieri dal presidente Crocetta.
Nonostante le indagini Susino decide di continuare l’esperienza amministrativa ma la sua maggioranza formata da Udc, Territorio, Mpa e le liste civiche lo abbandona. Nel gennaio 2014 vara una nuova giunta tecnica con il supporto del Pd, della lista Scicli bene comune e di alcuni consiglieri indipendenti. I cosiddetti responsabili si prefiggono l’obiettivo di approvare il bilancio ed evitare il dissesto finanziario in cui il comune rischiava di cadere. L’esperienza termina nel dicembre dello stesso anno quando Susino decide di dimettersi. In una lettera diffusa per motivare la scelta rigetta le accuse che gli vengono mosse e scarica la responsabilità delle assunzioni degli arrestati sull’amministrazione precedente. A sua volta l’ex sindaco Giovanni Venticinque respinge le accuse e spiega che il personale è stato scelto dalla Ecoseib.
Dopo le dimissioni di Susino il prefetto Vardè nomina commissario il suo vice Ferdinando Trombadore che amministra la città in attesa di conoscerne il destino. Divisa tra gli ottimisti che credevano di poter andare al voto il prossimo 31 maggio e i pessimisti che scommettevano sullo scioglimento, la città ha vissuto le ultime settimane nell’incertezza più totale. Ora attende che si faccia chiarezza sulle responsabilità degli amministratori che dal 2008 ad oggi hanno governato.
Dopo 23 anni il Comune di Scicli si ritrova nuovamente con un Consiglio comunale sciolto per mafia. Nel 1992 ad essere arrestati furono l’allora sindaco Pino Amenta e altri sei tra assessori e funzionari, due anni dopo però il tribunale amministrativo di Catania reintegra tutti e al processo alcuni imputati patteggiano la pena, altri vengono assolti. Questa vicenda venne rievocata da Roberto Saviano, nell’ottobre del 2012, nella trasmissione televisiva Che tempo che fa. Lo scrittore napoletano inserì il Comune di Scicli tra quelli sciolti per infiltrazione mafiosa senza citare l’annullamento del provvedimento. L’ex sindaco Franco Susino chiese e ottenne la rettifica. Oggi invece è egli stesso coinvolto nel provvedimento di scioglimento.
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