Gli ingegneri Mario Di Giovanna e Mario Tulone hanno lanciato la campagna on line #Sciaccapedala, per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'opportunità di far rivivere la vecchia linea a scartamento ridotto Castelvetrano-Porto Empedocle. Il costo ipotizzato è di circa sei milioni di euro
Sciacca, trasformare vecchia ferrovia in pista ciclabile Gli ideatori: «Alternativa contro i pericoli della statale»
Da un lato una ferrovia chiusa da trent’anni che non serve più a nulla, dall’altro il sogno di due professionisti siciliani che hanno deciso di puntare sulla mobilità sostenibile. Nasce così la campagna online #Sciaccapedala, ideata dagli ingegneri Mario Di Giovanna e Mario Tulone con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla possibilità di convertire alcuni tratti della vecchia linea a scartamento ridotto Castelvetrano-Porto Empedocle in una moderna green-way.
Partecipare all’iniziativa è facile: basta raggiungere i binari della vecchia ferrovia con la propria bicicletta e scattare una foto. «Il nostro obiettivo – spiega Tulone – è quello di mostrare quanta voglia hanno i siciliani di andare in bici. Per i ciclisti occorre creare un’alternativa alla pericolosa strada statale e in tal senso il tracciato ferroviario ha tutti i requisiti per ospitare le biciclette. Realizzare una pista ciclabile che costeggia i siti archeologici, da Selinunte alla Valle dei Templi di Agrigento, è un vanto che in pochi potrebbero avere».
Tuttavia, c’è un ostacolo da superare. «Le Ferrovie dello Stato – precisa Tulone – hanno deciso di mettere in vendita alcuni lotti della linea. Cedere i terreni ai privati significherebbe quasi mettere una pietra tombale sul progetto che prevede la realizzazione di una pista ciclabile. Proprio per questo abbiamo chiamato a raccolta la cittadinanza che finora ha risposto molto bene. In futuro pensiamo di avviare una petizione online».
Il progetto prevede la riconversione in greenway dei venti chilometri che collegano Sciacca con Ribera. «Abbiamo rispolverato un progetto del 2009 – spiega Di Giovanna -. In quell’occasione l’associazione L’Altra Sciacca e la sezione locale diItalia Nostra collaborarono con i Comuni di Sciacca, Ribera e Menfi per presentare un progetto e aderire al bando green-way. L’Unione europea ha considerato strategico il nostro territorio e la Regione ha avviato un piano di mobilità al cui interno erano previste centinaia di piste ciclabili in varie zone dell’Isola».
Ma i soliti intoppi burocratici hanno mandato tutto in fumo. «I fondi erano stati trovati – spiega Di Giovanna -, ma per un incredibile errore di attribuzione dei punteggi in graduatoria, alcuni progetti meritevoli sono stati messi in fondo. Un ricorso al Tar ha preceduto la stesura di un nuovo elenco, ma la situazione si è ingarbugliata e alla fine si sono persi 17 milioni di euro di finanziamenti europei. Solo il Comune di Menfi è andato avanti autonomamente realizzando una pista ciclabile al posto della linea. Dobbiamo seguire questo esempio».
«Crediamo molto in questo progetto – continua Di Giovanna – anche perché la pista ciclabile potrebbe fungere da vera e propria metropolitana. Abbiamo calcolato che pedalando a una velocità di dieci chilometri orari si potrebbe raggiungere con facilità il centro storico di Sciacca da diverse zone periferiche. Il costo è stato stimato in sei milioni di euro, ma con opportune modifiche si può ridurre almeno del 30 per cento. Attualmente non ci sono fondi disponibili, ma nella nuova programmazione comunitaria sono previste misure specifiche. La ciclabile, infatti, ha una valenza strategica in quanto – conclude – rientra in Eurovelo, la rete ciclistica europea composta da 15 percorsi che attraversano ben 42 Paesi».