La minaccia è arrivata nella notte. Il presidente della Regione Renato Schifani sarebbe addirittura arrivato a paventare al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno le dimissioni dopo le tensioni di una giornata vissuta al cardiopalma tra i banchi di sala d’Ercole. Una scena piuttosto inusuale, con il governatore che chiama al telefono Galvagno durante i lavori d’Aula. […]
Tensioni nella maggioranza e nel governo su Asu e Taormina, Schifani minaccia le dimissioni
La minaccia è arrivata nella notte. Il presidente della Regione Renato Schifani sarebbe addirittura arrivato a paventare al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno le dimissioni dopo le tensioni di una giornata vissuta al cardiopalma tra i banchi di sala d’Ercole. Una scena piuttosto inusuale, con il governatore che chiama al telefono Galvagno durante i lavori d’Aula. Un’Aula che aveva visto, nelle ore precedenti, il governo andare sotto sulla votazione di un emendamento nel disegno sulla riconferma dei commissari per le province – passato nonostante il parere negativo di governo e commissione – e aveva visto la maggioranza battibeccare con se stessa tanto nella discussione di questo disegno che, in serata, sulla stabilizzazione dei precari del bacino Asu.
E poi c’è il nodo Taormina. Cateno De Luca, deputato d’opposizione e neo eletto sindaco della cittadina del Messinese che, appena insediato, si era subito messo muro contro muro con la Regione per i grandi eventi al teatro antico. Il leader di Sicilia Vera aveva anche presentato un emendamento da aggiungere al Collegato alla Finanziaria affinché i Comuni su cui ricadono parchi archeologici potessero beneficiare di un dieci per cento degli introiti sugli eventi organizzati. Un discorso, o meglio, una trattativa, che sembrava procedere spedita sul canale De Luca-Regione, grazie alla mediazione dell’assessore al Turismo Francesco Paolo Scarpinato. Che, con la sua apertura al sindaco di Taormina, ha compiuto il passo definitivo per accaparrarsi un posto stabile sulla lista dei cattivi di Renato Schifani che pare avere un taccuino piuttosto affollato di nomi. Schifani che sempre ieri aveva a denti stretti confermato la disponibilità al dialogo del governo, per poi tuonare tuttavia che la Regione non avrebbe ceduto a ricatti. Incassando tra l’altro l’accusa da parte di Antonello Cracolici di isolamento dal suo stesso esecutivo.
E lo stesso Cateno De Luca ha annunciato la minaccia di dimissioni del presidente con una diretta social a cui ha partecipato via telefono anche l’ex presidente dell’Assemblea – e sempre più ex forzista – Gianfranco Miccichè, che conferma così, di fatto, l’avvicinamento a De Luca che lo stesso sindaco ha anticipato a MeridioNews. «Non mi faccio intimidire dal presidente Schifani – dice De Luca – Assieme all’emendamento che riguarda tutti i Comuni, ho portato avanti la trattativa con l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Scarpinato, una persona per bene che ha capito il problema di Taormina dove sono in corso 40 grandi eventi, e da uomo delle istituzioni sta collaborando con me per trovare una soluzione, ma per questo è stato minacciato da Schifani». «Schifani è una persona che vive delle sue vendette – gli fa eco Miccichè nel corso della stessa diretta – Non gliene frega niente del bene della Sicilia, vive di rancori e di vendette».
E poi c’è il resto dell’opposizione, con Pd e Cinquestelle che confermano la boutade di Schifani e affidano ai capigruppo Michele Catanzaro e Antonio De Luca l’amara riflessione: «È la prova che la coesione dei partiti che sostengono Schifani è in continuo deterioramento, e non abbiamo ancora completato il primo anno di legislatura». E per riprendere la chiosa della discussione tra Cateno De Luca e Gianfranco Miccichè: «Caro Gianfranco, siamo già in campagna elettorale».