Nel castello del centrodestra che governa la Sicilia la vita sembra scorrere tranquilla. Ma fino a un certo punto. Mentre dai megafoni la voce registrata scandisce di continuo i soliti messaggi sull’unità della coalizione, tanti piccoli mal di pancia si annidano tra i convenuti al tavolo, tanto che Renato Schifani, presidente della Regione e leader mediatore si è visto quasi costretto a convocare un vertice con i capigruppo, fissato per domattina. L’argomento principe sarà il lavoro del parlamento, più che poco produttivo, poco efficace, visto che i disegni di legge vengono prodotti eccome, ma vanno in maniera sistematica a intasare il lavoro delle commissioni, in particolare di quella Bilancio, costretta a trovare di volta in volta coperture economiche spesso non specificate, in un momento in cui la scure dell’impugnativa è sempre affilata e pronta a colpire.
Lo sa bene il presidente dell’Assemblea Regionale, Gaetano Galvagno, mai come ora uomo dei due mondi, impegnato a ragionare da una parte con il governo e dall’altra col parlamento. Parlamento di cui ha di recente presentato i risultati dopo questi primi mesi di attività, con un’operazione trasparenza dettagliata e senza dubbio sincera. Dall’altra parte della barricata, tuttavia, i deputati chiederanno chiarezza sulle piccole tensioni che risultano divisive: dall’autonomia differenziata proposta da Roma e accolta con scetticismo dagli autonomisti alle proposte di legge di origine governativa e difficilmente non cederanno alla tentazione di redarguire proprio il governo per l’atteggiamento di alcuni assessori nei confronti dell’Assemblea: spesso assenti nei question time, che comunque non hanno ancora trovato una quadra per quello che concerne la calendarizzazione; quasi sempre impegnati a svolgere un compitino che si limita alla lettura di parti redatte per lo più dagli uffici e talvolta sorpresi persino a fare scena muta. Come accaduto per ben tre volte all’assessora alla Salute, Giovanna Volo.
Proprio nei confronti di Volo, nelle ultime ore è arrivata anche la richiesta di sfiducia da parte dei gruppi deluchiani di Sicilia vera e Sud chiama Nord, che appunto ricordano che «per ben tre volte nello spazio di pochissimi mesi, e in particolare nelle sedute assembleari del 21 febbraio, del 3 maggio e del 10 maggio 2023, non si presenta, dimostrando verosimilmente poco rispetto nei confronti delle prerogative parlamentari e che quando presente in Aula era completamente impreparata riguardo agli atti ispettivi iscritti all’ordine del giorno della seduta, costringendo la presidenza dell’Assemblea con non poco imbarazzo a rinviarne la trattazione». Una sfiducia che alla fine non verrà verosimilmente votata, ma che potrebbe essere un involontario assist per Renato Schifani, che appare sempre più intenzionato a sostituire Volo nella prossima «revisione della giunta». E in questo momento le motivazioni per farlo non deve nemmeno cercarle.
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