Il mio illustre omonimo Andrea Camilleri, per definire lespressione cosa fitusa, si ricordò del generale George Patton che, alla testa delle sue truppe di liberazione ed alla vista di una sepoltura sul ciglio della strada, ordinò lalt, scese dalla sua jeep, tirò via la croce, la fece a pezzi che lanciò lontano: il nemico tedesco gli faceva paura […]
Schegge/1 George Patton Il liberatore della Sicilia
Il mio illustre omonimo Andrea Camilleri, per definire lespressione cosa fitusa, si ricordò del generale George Patton che, alla testa delle sue truppe di liberazione ed alla vista di una sepoltura sul ciglio della strada, ordinò lalt, scese dalla sua jeep, tirò via la croce, la fece a pezzi che lanciò lontano: il nemico tedesco gli faceva paura anche da morto! (cfr. Andrea Camilleri. Il gioco della mosca. Sellerio).
George Patton non sapeva nulla della Sicilia e dei siciliani e per farsene unidea non trovò di meglio che leggere il Corano dato che, in verità, siamo anche un po arabi, oltre che normanni, greci, bizantini, latini e, naturalmente, indigeni.
In ogni caso, per lui, eravamo e restavamo gente che andava conquistata ed ammazzata senza indugio nel caso di una qualsiasi forma di resistenza o di ostilità.
Non valeva la pena di civilizzare quella gente la cui vita domestica apparve strana: cucinavano per strada e usavano i bidoni di olio lubrificante da cinque galloni delle truppe come utensili da cucina. Ma non era solo questo il loro difetto perché scriveva il generale Patton si siedono per strada e, quel che è più fastidioso, cantano a tutte le ore del giorno e della notte. Poiché sono dei grandi mangiatori di aglio, che viene venduto da vecchi recanti serti di aglio sulle spalle, il loro canto allaperto affligge non solo ludito, ma anche lodorato. (G.S. Patton jr. Patton generale dacciaio. Rizzoli. 2002 in G. Casarrubea. Storia segreta della Sicilia. Bompiani. 2005. Pag. 35).
Da un personaggio del genere non cera daspettarsi niente di buono perché già dai mesi precedenti lo sbarco in Sicilia aveva trasmesso ai suoi ufficiali lossessivo, terribile ordine di uccidere; un ordine che destò imbarazzo tra i soldati ed anche a livello politico.
Sul piano storico produsse silenzio, censura ed un deficit di verità non più tollerabile.
Elio Camilleri, Schegge di storia siciliana, Di Girolamo 2012
[Foto tratta da Wikipedia]