Scelto da facebook/ “Quella notte, a Genova, alla Diaz, c’ero anch’io”

LA TESTIMONIANZA DI UNA RAGAZZA CHE HA VISSUTO UN’ESPERIENZA DRAMMATICA. “UNO STATO CHE TRATTA CON LA MAFIA E POI MASSACRA GIOVANI INNOCENTI”

di Helga Marsala

Io ero a Genova, insieme al mio migliore amico, Massimo, e a Marcello, il mio fidanzato. Salvi per miracolo: dovevamo scegliere se dormire alla Diaz o in un’altra scuola, finimmo per caso nella seconda. E’ stato un incubo. Eravamo centinaia di studenti perbene, famiglie, giornalisti, reporter, pacifisti, arrivati per protestare contro lo strapotere della finanza internazionale e della nuova globalizzazione, prefigurando già lo scenario devastante che stiamo vedendo oggi. Estremisti e violenti pochi, in netta minoranza.
I black block agirono indisturbati, sfasciando tutto. Erano vestiti di nero, armati di spranghe, riconoscibili… Ma nessuno li fermò. Non so se per disorganizzazione, per cattivo coordinamento o per mala fede. Io stessa segnalai a un poliziotto cosa stava accadendo e quello fece spallucce. Appena la cosa degenerò intervennero e scoppiò la guerra civile.
Quando chiesi aiuto a un signore perché non vedevo più niente per via dei lacrimogeni, fui presa a parolacce: era un poliziotto in borghese. Scappai. Il mio amico mi raccontò di essere caduto in ginocchio con le mani alzate, chiedendo pietà: anche lui stava solo scappando, terrorizzato.
Ho avuto la lucidità di correre, di stare lontana dai focolai e poi di rifuggiarmi in un locale sotterraneo, credo la sezione di un partito o di un’associazione: siamo rimasti tutti in attesa che il peggio passasse, a studiare la pianta del quartiere per capire da dove convenisse uscire, pronti a scappare con dei caschetti in testa, per ripararci nel caso di manganellate a tradimento. Follia pura. Eravamo lì solo dire il nostro “no” ai signori della guerra e delle lobby.
Alla Diaz dormivano, è stato un blitz preparato, con tanto di prove false esibite per giustificare l’attacco. Molotov artigianali raccattate per strada e messe là, per confezionare la scena del crimine. Li hanno colpiti a sangue. Senza motivo. Nella notte. Per acuire la tensione e marchiare i colpevoli, i cattivi. Vigliacchi.
Queste sono le mele marce della polizia, gli stessi che hanno ammazzato Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi. Io sto con le vittime di uno Stato malato, che infanga se stesso a colpi di violenza, di repressione e di intrallazzi. Uno Stato che tratta con la mafia e poi massacra giovani innocenti.
Rispetto troppo le forze dell’ordine e le Istituzioni per stare con questa merda. Se tornassi indietro, col senno di poi, andrei di nuovo al G8 di Genova. Per dire no a un sistema che sta consumando l’Occidente. E di cui gli stessi teppisti, armati di pietre e di spranghe, sono il frutto deviato.


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