I NUMERI, PURTROPPO, SONO TESTARDI. ED E’ MOLTO DIFFICILE CONTRADDIRLI…
di Alessandro Piergentili
Proviamo a prevedere quando il Paese tecnicamente andrà in default, cioè quando non avrà i soldi in cassa per pagare una cedola dei titoli di Stato.
A parità di entrate tributarie e di spese, ogni anno il debito pubblico aumenta del 3%, le emissioni dei titoli per rimborsare le scadenze sono superiori del 30%, rispetto ai titoli scaduti.
L’economia e la deflazione che incombono comporteranno probabilmente una diminuzione del Pil nominale e le entrate tributarie rischiano di seguire la stessa sorte, pur in presenza di un aumento della pressione fiscale.
Sarà difficile rispettare il vincolo del 3%, ma anche ammesso che ci riusciamo entro 3 anni il debito raggiungerà i 2.400 miliardi di euro, il che significa arrivare a 100 miliardi di interessi annui. Quota spartiacque tra la sostenibilità del debito e l’insostenibilità a Pil costante.
Figuriamoci se nel frattempo il Pil sarà sceso.
Il sistema Italia ha una vita residua di 4 o 5 anni. Dopo i mercati inizieranno a prezzare il default. Che la classe politica si svegli.
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