Scavano tunnel per un colpo Banda Bassotti acciuffata ad Acireale

Mario Catalano, Mario Lanzarotti, Rosario Albicocco e Salvatore Grasso sono stati arrestati dalla polizia di Acireale per tentato furto in una gioielleria. I quattro, tutti noti alle forze dell’ordine per svariati reati contro il patrimonio e la persona, furto, rapina, associazione di tipo mafioso e violazioni in materia di armi, con un po’ di fantasia e lo studio delle condotte della città acese hanno tentato il colpaccio. Hanno scavato una galleria in corrispondenza del canale di gronda che arriva tra via Davì e piazza Vigo con l’intento di praticare un foro nel pavimento di una delle tante gioiellerie situate in quel tratto di strada. Non un colpo improvvisato, dunque, ma studiato. Eppure qualcosa non ha funzionato e  proprio all’uscita di quel tunnel hanno trovato gli uomini in divisa ad aspettarli.

«Appostamento che scaturisce da una attività di indagine iniziata dopo che personale di polizia in servizio di controllo del territorio, transitando per la via delle Terme, aveva scorto due degli odierni arrestati all’atto di uscire dall’apertura suddetta con in mano delle radio ricetrasmittenti» si legge sul comunicato ufficiale. Un’operazione iniziata per caso dunque, ma che dopo intercettazioni delle radio trasmittenti e la scoperta delle intenzioni dei quattro, ha portato al loro arresto. All’interno del tunnel sono stati trovati attrezzi per lo scavo e abbigliamento completo da minatore, lampade comprese, mentre nelle loro abitazioni « sono stati rinvenuti e sequestrati orologi ed altri oggetti preziosi nonché altro materiale atto allo scasso (corde, chiavi, attrezzi vari, etc.) utile per i furti in appartamenti» elencano dalla polizia.

«Tutta la zona era bloccata stamattina – commenta Chiara, una passante – c’erano anche i vigili del fuoco. Ho subito pensato che fosse successo qualcosa, ma non immaginavo di trovarmi di fronte una scena da film come questa». Nonostante l’estro e lo studio del piano, i bassotti acesi rischiano ora la reclusione da sei mesi a tre anni. Probabilmente però, i loro reati passati influiranno sulla decisione del giudice.

 

[Foto di Francesca Zanghì]


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