Scaletta Zanclea: fotocronaca del disastro

Arriviamo a Scaletta Zanclea verso le 13, posteggiamo in prossimità della SS 114, che si chiama via Roma, dove si trova la colata di fango.  

Ore 14,00
Per raggiungere la parte di strada interessata passiamo dalla spiaggia, dove vediamo le automobili che sono state trascinate dalla furia dell’alluvione e del fango.

 
 

Ore 13,50
Saliamo nella strada ferrata e vediamo davanti a noi il palazzo simbolo dell’alluvione di Scaletta Zanclea, che ieri 5 ottobre ha iniziato ad essere demolito. Il piano terra è totalmente invaso dal fango, si vede solo il lampadario, rimasto appeso. 

 

Ore 14,00
Prima di entrare in via Roma vediamo quello che resta di un palazzo situato accanto al punto in cui la valanga di fango è andato fino al mare. Nello spazio dove si trovano le ruspe c’erano un convento di suore, una macelleria e qualche altro edificio. 


Ore 14,28

Le ruspe spalano fango e detriti anche da sopra la strada ferrata, buttandoli in spiaggia, che funge da serbatoio. Da lì altre ruspe caricano il fango nei camion.

Ore 14,40
Iniziamo a percorrere via Roma, non senza che le forze dell’ordine ci abbiamo chiesto di identificarci. Veniamo a sapere che nella notte tra sabato e domenica alcuni sciacalli, indossando abiti della protezione civile, si sono intrufolati nelle case abbandonate per rubare.

Per centinaia di metri il fango ha invaso tutte le abitazioni e i garage a piano terra.

Le ruspe sono al lavoro, ne vediamo diverse, mentre cercano di rimuovere le tonnellate di fango che hanno invaso via Roma.

Ore 14,45
Proseguiamo la nostra camminata sull’asfalto e ci fermiamo in un punto in cui il fango è arrivato sotto i balconi e con esso anche le automobili.

Uno degli uomini che dà disposizioni  agli operai che manovrano le ruspe, sta sopra il fango, cercando di vedere a che punto sono arrivate. 

Ore 16,00
Si scava con le mani. Dopo che le ruspe hanno liberato la strada, il lavoro passa in mano alle forze armate. In tanti attorno alla macchina, guardano dentro e tolgono il fango con le mani.

 

Difficile il lavoro di ricerca anche dei cani, ostacolato dai metri di fango che ricoprono le vittime. A differenza delle macerie del terremoto, che lasciano passare l’odore delle persone sotto le macerie, il fango difficilmente permette ai cani di individuare le vittime. Il lavoro è più arduo, ma loro sono addestrati anche a questo.
Questo è Argon, un cane dei Vigili del Fuoco, che attende che il padrone gli dia il via per poter inviare a cercare.


0re 17

Nel tratto di strada in cui siamo, lavorano 4 ruspe, due per ogni lato. Questo è il momento in cui fanno rimosso quasi tutto il fango e le pale si sono avvicinate.  

Alcuni uomini delle forze dell’Ordine aspettano che le ruspe tolgano fango e detriti.  Stanno attenti che no ci siamo vittime nel fango.

Le ruspe hanno quasi sgomberato una parte della strada.


Ore 18

Le ruspe iniziano a spostare le automobili. All’interno non hanno trovato nessuna vittima. Le portano in spiaggia, vicino a quelle che abbiamo visto di mattina.

Melania Mertoli

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