Risulta interessante un’intervista rilasciata dal leader del PID (Popolari per l’Italia di Domani), Saverio Romano, alla Gazzetta del Sud. La scelta del quotidiano non è casuale. Si tratta del giornale che ha sede a Messina, la provincia del coordinatore dell’Udc siciliana, Giampiero D’Alia.
Con molta probabilità, Romano ha voluto lanciare un segnale a una città e a una provincia – parliamo sempre di Messina – di antiche tradizioni moderate. Quasi per dire a questo elettorato che la strada intrapresa dall’Udc siciliana ‘capitanata’ da D’Alia è sbagliata.
L’Udc, com’è noto,si è alleata con il Pd. Una scelta voluta dal leader nazionale di questo Partito, Pierferdinando Casini. Un’opzione che non tiene conto degli interessi dell’Udc siciliana e della Sicilia: a Casini interessa solo l’accordo nazionale con il Pd di Bersani per tenere in piedi il Governo Monti e costruire – non abbiamo ancora capito che cosa – un’alleanza politica per le prossime elezioni nazionali.
Ed è proprio sull’alleanza tra il Pd siciliano e l’Udc che Saverio Romano affonda il coltello. Con riferimento al Pd siciliano dice: La loro partita è persa”. E per lUdc siciliana? “Partita strapersa – aggiunge Romano -. Casini ha sacrificato la classe politica dirigente regionale per il suo accordo nazionale con Bersani. Il Pdl gli aveva offerto la presidenza della Regione, ma lui ha perseverato nella svolta a sinistra”.
“Io a suo tempo – prosegue il leader del Pid – lavevo capito, lho detto e ho spiegato le ragioni; ho litigato e sono stato messo alla gogna. Due anni dopo si realizza quanto avevo preconizzato. Non ha neppure puntato su un candidato del Pd che potesse essere più accettabile per storia politica come Sergio DAntoni o Bernardo Mattarella, ma sullex comunista Rosario Crocetta, il più lontano dalla visione politica centrista. E lUdc siciliana, senza capacità autonoma, ha dovuto eseguire. Io da segretario regionale le scelte nostre le comunicavo a Casini, non mi facevo imporre nulla.
Come si può notare, la ‘botta’ che Romano assesta all’Udc è tremenda. E lo fa, come già ricordato, sul quotidiano di Messina. Per far notare all’elettorato moderato di questa provincia – e allo stesso elettorato dell’Udc, che in pare non sembra ‘digerire’ l’appoggio a Crocetta – che Casini e D’Alia stanno portando non solo l’Udc siciliana – e questi sono fatti loro – ma l’elettorato moderato verso una sponda politica sbagliata e perdente.
L’affondo, poi, non risparmia D’Alia: tutti sanno che il coordinatore dell’Udc siciliana non avrebbe certo rifiutato la candidatura alla presidenza della Regione: Romano gli ricorda che è stato Casini a imporgli l’alleanza con il Pd. E siccome lo stesso Romano viene dall’Udc, Partito del quale, in Sicilia, è stato per oltre quattro anni segretario regionale (l’anno scorso, è noto, Romano è andato via con un drappello di parlamentari e militanti per fondare il PID in polemica con Casini), il leader dei Popolari per l’Italia di Domani ne approfitta per levarsi un ‘sassolone’ dalla scarpa, rinfacciando a D’Alia di non essere “autonomo”: cosa vera, perché, come abbiamo già ricordato, è stato Casini a imporre all’Udc siciliana l’accordo con il Pd.
Non a caso Romano ricorda a D’Alia che anche lui, da segretario regionale dell’Udc siciliana, si raccordava con Casini, ma non si faceva imporre nulla…
Romano, oltre ad assestare un paio di ‘stoccate’ a Casini e D’Alia, suoi ormai ex compagni di partito, ha scelto la Gazzetta del Sud proprio per parlare agli elettori moderati di questa provincia e, perché no?, agli stessi elettori dell’Udc che non sembrano felici di dover appoggiare Crocetta e, in generale, di votare per rafforzare l’accordo tra il loro Partito e il Pd.
A questi elettori – che provengono da una tradizione di destra – Romano ha detto con chiarezza che il candidato di un elettorato tradizionalmente non ‘rivoluzionario’ non può essere Crocetta ma, per esempio, Nello Musumeci che, guarda caso, arriva proprio da una tradizione di destra…
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