Nel momento in cui Barbie è tornata a prendersi tutte le scene, ce n’è una che si è ritrovata catapultata tra il fuoco e le fiamme dell’aeroporto di Catania. Tacchi a spillo rosa abbinati all’abitino corto, capelli biondi sciolti al vento e la valigia trascinata dal manico, è lo sguardo incorniciato in un trucco scuro a dire tutto. «Tutto quello che avrei voluto dire io che ho vissuto proprio l’esperienza di atterrare nello scalo etneo in questi giorni di disagi dopo l’incendio». A parlare a MeridioNews è Paolo, il 38enne della provincia di Catania che è il creatore della pagina Sapore di male che, proprio per quel contenuto satirico, ha subito una censura. Nata nel 2017, oggi conta 815mila follower su Instagram e più di 437mila su Facebook. Meme che danno vita a una pagina generazionale e parlano in nome e per conto di ogni Millennial. Chiunque sia della generazione Y (i nati tra il 1980 e il 1995) non può non riconoscersi in quei contenuti e in quel linguaggio. «È vero che si crea subito una immedesimazione – spiega il creatore che nella vita, in realtà, è un ingegnere emigrato al Nord – Mi piace giocare sulle difficoltà della mia generazione a partire dall’utopia di una stabilità e dal confronto con le aspettative. In pratica – aggiunge – stuzzico un immaginario». Tutto usando un linguaggio che sta diventando desueto, quello della satira.
Fermi immagine di scene di film che tutti hanno visto accompagnati con frasi di stretta attualità, cartoni animati (da Dragon Ball a Sailor Moon) che hanno segnato un’epoca si fanno portavoce di ironia, foto che giocano su alcune delle abitudini più tipiche dei trenta-quarantenni di oggi (dalle emoji che coprono le facce dei bambini nelle foto alle feste per scoprire il sesso del nascituro). Paolo fa tutto per diletto e da solo, «anche se devo dire che, negli anni, si è creata una community di affezionati che è diventata un laboratorio di idee». Anche loro Millennial che parlano quel linguaggio dell’ironia e della satira tanto caro al creatore di Sapore di male che prende ispirazione spesso dalla sua terra, la Sicilia. «Vivo fuori dall’isola da anni ma buona parte della mia vita l’ho vissuta qui – racconta Paolo – e l’impronta delle mie idee arriva spesso da quei luoghi e da quelle persone». L’ultima ispirazione è atterrata insieme a lui all’aeroporto di Catania con tutti i disagi che ogni passeggero deve affrontare dal giorno in cui è divampato l’incendio.
«Di fronte all’emergenza che ho vissuto in prima persona – spiega al nostro giornale – mi è subito venuto in mente l’archetipo di Barbie». Un modello, quello della bambola più iconica di tutti i tempi, che l’ideatore di Sapore di male aveva già usato in passato. Da Barbie La tua invidia è la mia forza a Barbie Noi soli contro il mondo fino a Barbie Bei tempi. Arriva da qui l’idea di Barbie Finalmente atterrata in aeroporto a Catania. «Avevo iniziato questa serie in tempi non sospetti, già circa un anno fa – ricostruisce Paolo – utilizzando la bambola per giocare con profili psicologici, relazionali e di comunicazione. Insomma, Barbie per descrivere fenomeni e tipologie di persone in cui tutti si possono riconoscere o possono riconoscere qualcuno che conoscono». Così, è stato automatico per lui realizzare, usando l’intelligenza artificiale, Barbie Finalmente atterrata in aeroporto a Catania. Un contenuto che, però, è stato segnalato fino al punto di essere cancellato dal social. «L’ho poi ripubblicato aggiungendo che anche io sono di Catania e che non avevo avuto l’intenzione di cavalcare l’argomento del momento ma – spiega – di raccontare una cosa che avevo vissuto in prima persona usando il mio solito linguaggio. Per me era un meme provocatorio al punto giusto, come molti altri».
Così non è stato colto per gli utenti che lo hanno segnalato. «Secondo alcuni, era di cattivo gusto per il momento di emergenza legato allo scalo etneo. Ma io – ci tiene a precisare – l’ho realizzato pensando non all’incendio in sé ma alla gestione del problema». Le reazioni di fronte al meme sono state però diverse. «Tanti siciliani e catanesi mi hanno scritto in privato, anche dopo che il contenuto era stato censurato, per dirmi che aveva colto l’ironia. Addirittura – aggiunge Paolo – mi ha contattato anche una persona che lavora in aeroporto per dirmi che l’aveva molto apprezzato». Una consolazione quella di essere compreso per chi, ogni giorno, fa i conti anche con una sorta di analfabetismo funzionale del digitale. «Io stesso mi metto dei paletti per non trattare certi temi che ritengo eccessivamente delicati – chiarisce il creatore di Sapore di male – Cerco di capire fin dove posso spingermi per fare una satira intelligente. Ma ho chiaro sin dal principio che non tutti possono capire o apprezzare, però – conclude – me ne assumo le conseguenze capendo che anche la satira, con il web, si sta trasformando e che l’umorismo delle persone va coltivato perché serve a mantenere anche spazi di libertà».
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