Truffa e falsità ideologica. Sono questi i reati per cui è indagato A. A., un farmacista di origini iraniane. Durante un controllo effettuato alla parafarmacia e farmacia veterinaria in zona Sanzio nella giornata di ieri, il personale del commissariato Borgo-Ognina ha accertato che l’uomo lavorava in quell’attività da oltre un anno ma senza regolare contratto di lavoro. Il farmacista ha ammesso che, per l’anno 2016, avrebbe percepito 5500 euro come indennità di occupazione mentre per lo scorso anno, avrebbe presentato regolare istanza per l’indennità del reddito di inclusione sociale riservato ai disoccupati.
Dietro il bancone di vendita anche un’altra farmacista che lavorava nella attività commerciale da circa tre anni, per un totale di nove ore al giorno percependo tre euro e 80 centesimi l’ora. Durante il controllo, il datore di lavoro e la stessa farmacista avrebbero dichiarato che il contratto di lavoro era in realtà un part time.
Per l’esiguo stipendio corrisposto alla dipendente, per il protrarsi delle gravi violazioni di tutela del lavoratore e per lo sfruttamento dello stato di bisogno, il datore di lavoro R.P., anch’esso farmacista e originario della provincia di Palermo, è stato indagato in stato di libertà. Inoltre, il datore di lavoro è stato indagato anche per il reato di false attestazioni a pubblico ufficiale per aver dichiarato fatti diversi rispetto alla realtà e, in certi casi, aver omesso di riferire su circostanze utili ai fini della ricostruzione dei fatti.
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