Sant’Emidio, protettore dei terremoti

A Catania, nella Chiesa dei Padri Agostiniani, conosciuta come Chiesa di Santa Rita sita in via Vittorio Emanuele, è collocato un quadro del 1761 attribuito da sempre al pittore acese Pietro Paolo Vasta. Questa tela raffigura Sant’Emidio, protettore dai terremoti, con Cristo, la Madonna e Sant’Agata, patrona della città. Per quanto fu Giacinto Platania il primo artista ad inserire scorci dell’Etna o di Acireale nei suoi quadri per raccontare le sue origini e il suo territorio, possiamo affermare che la tela di Sant’Emidio è un’opera unica nel suo genere, poiché illustra una veduta inedita di una Catania barocca, ricostruita dopo il terribile terremoto del 1693, con un volto nuovo. Sullo sfondo si vede l’Etna, con la cima nascosta dal manto rosso di un angelo, mentre ai piedi del Vulcano è rappresentata una città moderna, senza mura, eccetto quella piccola porzione cinquecentesca in cui si apre la porta Uzeda, realizzata nel 1695. 

Osservando il quadro attentamente, è riconoscibile la cupola della cattedrale e, sul lato destro del muro, si intravedono il Palazzo Arcivescovile e il Palazzo Biscari, separati dalla porta della Vega, in seguito sostituita da piazza San Placido. All’estremità sinistra del dipinto compare il Castello Ursino, la costruzione federiciana dell’architetto militare Riccardo da Lentini. In fondo, alle spalle del castello, si distingue la Casa degli Esercizi Spirituali dei Gesuiti (oggi istituto per l’incremento ippico). Al centro, oltre al Monastero dei Benedettini, si notano due edifici ecclesiastici: la Chiesa di Santa Chiara e la Chiesa di San Benedetto mentre, in evidenza, di fronte all’osservatore, la chiesa e il convento dei Padri Agostiniani. Quest’opera rappresenta un elemento di congiunzione tra le vedute antecedenti al terremoto del 1693 e le vedute d’inizio XIX secolo. Gli aspetti geometrici prevalgono su quelli estetici e l’elemento scenografico dell’Etna tende a sparire. 

Catania, la città sotto il vulcano, più e più volte ricostruita, rinasce dopo il sisma: il punto di gravitazione è un’asse viario dritto che, dalla piazza del Duomo, percorre la città da Sud a Nord, come se la topografia assumesse una valenza scientifica. Tornando alla natura sacra della tela, Sant’Emidio, primo vescovo di Ascoli, è rappresentato in ginocchio su una nuvola, con lo sguardo rivolto alla Vergine e a Cristo, un’immagine forte che in questo periodo di intensa attività del vulcano, assume un significato ancora più marcato. 

Il santo è considerato il protettore dai terremoti dal 1703 anche nelle località della Sicilia orientale: mentre Sant’Agata salva gli abitanti dalla furia del Vulcano, Sant’Emidio li difende dalle scosse telluriche. Con il passare del tempo, il culto in suo onore si è affievolito, ma sono rimaste numerose le testimonianze nel territorio etneo. E se volete scoprirne di più prenotare uno dei nostri tour, contattateci allo 344 224 9701 oppure sui nostri social @GuideTuristicheCatania.

Giusy Belfiore

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