La filiale del Credito siciliano dovrebbe cessare le proprie attività il 17 marzo. Gli abitanti lanciano una petizione ma si fanno poche illusioni. Il primo cittadino: «L'utenza dovrà spostarsi a Giarre, con ovvie difficoltà». Il Consiglio comunale chiede intervento della prefettura
Sant’Alfio, chiude l’unica banca presente in paese Sindaco Nicotra: «Disagi per anziani e imprenditori»
Si chiuderà quasi certamente fra pochi giorni la sessantennale storia della filiale del Credito siciliano di Sant’Alfio, l’unica sede bancaria presente nel paese. La data preannunciata è il 17 marzo. Una notizia che ha spiazzato il migliaio di cittadini del paese. I quali, tuttavia, non si sono persi d’animo e hanno già promosso una petizione con quasi mille firme per fermare la soppressione della filiale. La realtà dice però che il Comune pedemontano, molto presto, dovrà fare a meno di un servizio essenziale, riportando indietro le lancette al 1959, data di creazione dell’ufficio dell’allora Banca Popolare Santa Venera.
Nel 2002 lo storico istituto acese è confluito nel Credito siciliano, una delle componenti del gruppo del Credito valtellinese. L’ex banca popolare, presieduta da Miro Fiordi, ha assunto a ottobre 2016 la veste di società per azioni a seguito della riforma della governance degli istituti di credito cooperativo dal Governo Renzi. Poco dopo, all’interno dell’action plan 2017-2018, Creval ha varato un piano da oltre 300 esuberi che comprende anche la razionalizzazione della rete operativa, «caratterizzata da un modello eccessivamente capillare», si legge in una nota del gruppo. Ciò comporterà la soppressione di 73 filiali entro l’anno, puntando sul digital banking.
Anche se non manca la voglia di mobilitarsi, in pochi si fanno illusioni. Difficile invertire dinamiche di scala nazionale, con buona pace di anziani e piccoli esercenti ancora legati al rapporto a misura d’uomo con la banca di fiducia. «I disagi in ogni caso ci saranno per tutti noi – spiega a MeridioNews il sindaco Pippo Nicotra, che ha avuto contatti telefonici con i vertici dell’istituto – l’intera utenza dovrà spostarsi su Giarre, con ovvie difficoltà non solo per gli anziani e per chi non può muoversi – lamenta il primo cittadino – ma anche per la logistica degli imprenditori». Nicotra non trascura poi l’aspetto per così dire sentimentale della vicenda: «La gente sta vivendo questa decisione come un vero e proprio tradimento, tant’è che in molti si dicono pronti a cambiare istituto – spiega – Il Creval si definisce “banca del territorio” ma poi, di fatto, il territorio lo abbandona».
C’è anche l’idea di sondare il terreno con altri istituiti bancari eventualmente disposti ad aprire un nuovo sportello a Sant’Alfio, dove peraltro, secondo l’amministrazione, starebbero nascendo attività imprenditoriali e commerciali legate al comparto turistico. Intanto il Consiglio comunale guidato da Renato Finocchiaro ha votato unanimemente per impegnare la Giunta a mettere in campo qualsiasi iniziativa utile a fermare la chiusura del Credito siciliano, invocando anche l’intervento del prefetto di Catania.