Sant’Agata torna per le strade cittadine I catanesi: «Quest’anno la festa è moscia»

Inizia oggi il giro della città di Catania per sant’Agata, la sua patrona. Dopo la tradizionale messa dell’Aurora, all’alba, Santaituzza è tornata tra i devoti. Sempre contenti per questo i catanesi che come ogni anno accorrono a migliaia: «A staiu taliannu ora pa prima vota astannu e talia va, m’arizzanu i canni» (la guardo adesso per la prima volta quest’anno e guarda, mi sta venendo la pelle d’oca), dice una donna accanto al feretro. Ma in generale i cittadini etnei si dicono delusi per la qualità dei festeggiamenti. Mancano le luminarie e molti fuochi d’artificio, compresi quelli che vengono sparati ogni anno al Borgo. Le casse comunali languono, quindi quest’anno la spending rewiew ha avuto la meglio anche sulla festa della patrona. E i concittadini, seppure abbiano accettato la decisione presa, non condividono.

«La festa è solo una volta l’anno, non si può tagliare su questo, i fuochi sono importanti», dicono quasi in coro i giovani Andrea e Fabrizio. Dello stesso avviso anche la signora Giuseppa che in generale definisce la festa moscia. «Non pare una festa – spiega – La gente vuole il fuoco, soprattutto i giovani, che altrimenti non si divertono. A me basta seguire la Santa, ma un po’ di luci in città non mi sarebbero dispiaciute».

E infatti i più delusi sono i ragazzi. Daniele non usa mezzi termini: «Ci sono rimasto troppo male che non ci sono i fuochi e come me molti altri». Ivan, Giuseppe e Andrea, incontrati nel piazzale davanti alla stazione centrale, poi, rincarano la dose: «Gli altri anni è stato più emozionante, quest’anno non c’è la vera atmosfera della festa», dice Giuseppe. «Sembra una festa triste, non è così che dovrebbe essere», aggiunge Ivan. Per la scelta fatta, al sindaco Raffaele Stancanelli vorrebbero dirne di tutti i colori, ma «il silenzio è la miglior risposta», afferma Andrea. In merito alle restrizioni sui cerei votivi, comunque, non hanno dubbi. «Ancora è presto, si vedrà tra stasera e domani e sarà difficile che si rispetti l’ordinanza. Il catanese il cero lo deve accendere», conclude Ivan.

Un attacco diretto al sindaco per la gestione della città, ma soprattutto della festa arriva da un altro cittadino, Pietro Merendino: «Il sindaco, come un padre di famiglia, dovrebbe ben amministrare tutto, invece mi pare che stia togliendo tutto a questi figli, cioè a noi catanesi, mentre lui non si fa mancare niente. È una festa internazionale che si fa solo una volta – afferma anche lui – farla così è come invitare a pranzo degli ospiti e poi non dargli da mangiare. Tanto vale non invitarli». Anche lui non ha dubbi sull’accensione e il trasporto sulle strade cittadine dei cerei: «Sono parte della tradizione e la gente li accende per devozione, non si può impedirglielo».

La maggior parte delle persone che abbiamo incontrato per le strade di Catania, lungo il percorso esterno che sant’Agata compie durante la vigilia del quattro febbraio pensa quindi che i toni della festa quest’anno non siano all’altezza. Ma non tutti i cittadini sono convinti che il sindaco abbia fatto male. Alla signora Nunziata qui col marito, ad esempio, non infastidisce questa scelta: «La festa per la Santa – spiega la donna – è sempre uguale, ciò che cambia è un po’ di spreco folkloristico, dato sì dalle ristrettezze economiche, ma che a noi non dispiace. Credo che così possa risaltare l’aspetto religioso di devozione».


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