Sanità, Regione annulla gara per i farmaci fuori brevetto Tra sviste ed errori, rinviata la rinegoziazione dei prezzi

In principio doveva essere una mossa per fare risparmiare denaro alla sanità pubblica, alla fine si è rivelato l’ennesimo flop della Centrale unica di committenza (Cuc), la Consip siciliana nata nel 2015 con l’obiettivo di migliorare la gestione delle gare d’appalto, ma che fin qui ha fatto parlare di sé soprattutto per l’elevato numero di procedure annullate e di altre rimaste in ghiaccio, tra intoppi burocratici e ricorsi.

È di mercoledì scorso il decreto con cui il dirigente responsabile del servizio 6, Gesualdo Palagonia, annulla in autotutela la procedura indetta poche settimane prima per mettere a gara una serie di farmaci i cui principi attivi non sono più sottoposti a brevetto. Fatto questo che aprirebbe le porte alla concorrenza, con la possibilità per la Regione di acquistare prodotti a prezzi più bassi. I farmaci interessati dalla gara sono tra quelli compresi nel prontuario terapeutico ospedaliero in vigore in tutte le Aziende sanitarie, ospedali e istituti di ricerca, come nel caso del Bonino-Pulejo di Messina, dell’Ismett di Palermo o dell’Oasi di Troina. Medicinali che già l’anno scorso erano stati oggetto di un bando per la fornitura quadriennale ma che, venuti meno i vincoli previsti dalla normativa in tema di brevetti, potevano essere messi di nuovo a gara. In ballo, nello specifico, c’erano le forniture di farmaci basati su 13 principi attivi, per una gara del valore complessivo di oltre 23 milioni di euro. Per le aziende interessate, ci sarebbe stato tempo per presentare le proprie offerte al ribasso fino all’11 luglio.

Fin qui tutto bene, se non fosse che nella stesura degli atti preparatori della gara, la Centrale unica di committenza pare abbia commesso una serie di errori che hanno portato alla decisione di annullare tutto. Scorrendo le poche pagine del decreto, si scopre per esempio che l’acido gatoredico è stato inserito nel bando soltanto per due delle sette voci in cui è presente nel prontuario terapeutico. In altri casi, invece, si è registrato l’inserimento in gara di prodotti già aggiudicati in altre procedure gestite dalla Cuc. Tra i rilievi avanzati da alcune aziende anche l’avere incluso nello stesso lotto due diverse tipologie di confezionamento dello stesso principio attivo, impedendo così di partecipare alla gara alle imprese che commercializzano un solo formato. Infine, il nuovo consulente tecnico della Centrale unica si è accorto che a essere scaduti sono anche i brevetti che tutelavano altri principi attivi, sfuggiti però all’attenzione di chi ha redatto il bando e il relativo capitolato di gara.

Una pioggia di sviste che di fatto rinvierà il momento in cui l’acquisizione dei farmaci sarà frutto di una concorrenza tra le imprese produttrici. A riguardo l’Anac, nella sua indagine conoscitiva sulle gare per la fornitura di farmaci, dopo avere sottolineato che «la tutela brevettuale in Italia è di fatto molto più lunga che negli altri paesi Ue» e che da ciò «derivano conseguenze sul piano della diffusione dei farmaci generici» specifica che «la questione della scadenza dei brevetti assume rilevanza nell’ambito delle fornitura di farmaci alle strutture sanitarie pubbliche, poiché spesso la prassi è quella di rinegoziare il prezzo offerto in gara con il solo aggiudicatario». Da qui la raccomandazione: «Monitorare attentamente la durata dei brevetti può determinare significativi risparmi per il sistema sanitario nazionale, attraverso la riapertura del confronto competitivo tra le imprese», si legge nella relazione dell’autorità nazionale anticorruzione. Le cui dritte, peraltro, erano state inserite dalla Cuc tra le motivazioni a suffragio dell’esigenza di indire la gara.


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