Sanità, Comuni e Province: 100 mln di euro interessi/anno Paolo Amenta: «Siamo finiti nelle mani delle banche»

Aziende sanitarie provinciali (Asp), Aziende ospedaliere, Comuni e Province, per soli interessi dovuti alle scoperture di tesoreria che servono per garantire stipendi e servizi, pagano interessi alle banche per oltre 100 milioni di euro all’anno. 

Ad affermarlo è il vice presidente di ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), Paolo Amenta. Noi, in un servizio che abbiamo pubblicato stamattina, abbiamo osservato che tutto il sistema pubblico della Sicilia è ormai indebitato con le banche. Amenta quantifica questo indebitamento in 100 milioni di euro, al netto dei buchi finanziari della Regione! 

«Una situazione insostenibile – aggiunge – al quale bisogna dare un freno cambiando totalmente rotta, o saremo ancora governati, come sta avvenendo, dalle banche che determineranno i servizi e le azioni amministrative nei nostri Enti. Fino a quando dobbiamo finanziarie le banche con i soldi dei cittadini?».

Amenta parla anche di beffa: «Perché le banche – dice – erogano i soldi a enti locali e, in generale, a tutti i soggetti pubblici. Sono prestiti ipergarantiti e molto remunerativi. Poi, però, si scopre che le stesse banche non garantiscono il credito alle imprese nel territorio e alle famiglie». 

Il vice presidente dell’ANCI Sicilia ricorda che se Comuni, Province, Asp, Aziende ospedaliere si indebitano, ebbene, questo avviene perché la Regione e lo Stato (nel caso dei Comuni) tagliano e ritardano i trasferimenti finanziari. Per non parlare della crisi economica che ha ridotto le entrate fiscali. 

Amenta elenca tutti i problemi che tolgono risorse finanziarie ai Comuni siciliani. A cominciare dal pagamento degli stipendi ai circa 24 mila precari degli stessi Comuni. Retribuzioni che, quest’anno, per il 60 per cento, sono stati pagati, per l’appunto, con onerose scoperture di tesoreria. «Su questo punto – ci dice Amenta – vogliamo risposte chiare dal Governo regionale e dall’Ars. Non ci accontenteremo più delle promesse e dalle leggi che poi rimangono inapplicate. Vogliamo i fatti concreti». 

Ci sono, poi, i trasferimenti, sempre della regione, per le quote correnti e per gli investimenti. Su circa 530 milioni di euro – questo lo stanziamento di quest’anno – la regione ha trasferito solo 180 milioni di euro. «Che dobbiamo fare davanti a questi tagli? – dice ancora Amenta – tagliare i servizi ai cittadini? Lo chiediano sempre al Governo regionale e ai parlamentari di Sala d’Ercole».   

L’elenco continua con i rimborsi delle spese del trasporto pubblico, fermi al 2012: «Altre spese che i Comuni continuiamo a pagare attraverso le scoperture di Tesoreria». 

Una delle ultime chicche – questa volta è di scena il Governo di Matteo Renzi – è il mancato trasferimento dei 350 milioni di euro a tutti i Comuni italiani. Soldi che gli stessi Comuni si dovrebbero riprendere appioppando ai proprietari dei terreni agricoli delle aree svantaggiate l’Imu. E meno male che il Presidente del Consiglio, un giorno sì e l’altro pure, va in tv a dire che sta abbassando le tasse! 

Altro giro, altra corsa: la riduzione ad un terzo, da 150 milioni a 50 milioni nel triennio, dei fondi per la Legge 328 che garantisce i servizi socio-sanitari. «Servizi – aggiunge Amenta – che i Comuni siciliani continuano a garantire, soprattutto in questa fase di grande disagio sociale, attingendo, ancora una volta, a scoperture di tesoreria. Per non parlare della compartecipazione imposta dalla Regione ai Comuni per i servizi socio sanitari riguardanti la riabilitazione dei disabili, che pesa complessivamente per 50 milioni di euro».

Dal vice presidente di ANCI Sicilia arriva anche la conferma su un tema caldissimo: il buco della sanità provocato dai mancati trasferimenti della Regione ad Asp e Aziende ospedaliere. «Confermo – precisa Amenta – che Asp e Aziende ospedaliere non hanno ricevuto tutti i trasferimenti. Così per erogare i servizi ai cittadini sono costrette ad indebitarsi». 

Gravissimo, sempre secondo il vice presidente di ANCI Sicilia quello che sta per succedere nelle nove Province regionali commissariate: «Hanno subito il taglio dei trasferimenti e il mancato passaggio del 50 per cento del personale a Comuni e Regione, come previsto dalla legge Delrio. Tra poco non avranno più le coperture finanziarie per pagare gli stipendi ai propri dipendenti, né tantomeno le risorse per erogare servizi. A chi aspettano Governo e Ars a intervenire?».

«A ciò – afferma – si aggiungano i mutui accesi per pagare le imprese e la sanità, i debiti per un miliardo di euro prodotti dagli Ato rifiuti, le sanzioni dovute per le infrazioni delle direttive europee nel servizio idrico integrato. Per non parlare dei buchi della formazione e dei forestali».

«Di fronte ad uno scenario come questo – conclude il vice Presidente di AnciSicilia – anziché trovare misure adeguate per risolvere questi problemi, in particolare quelli relativi ai Comuni, la risposta che arriva dalla Regione si riduce ad una totale latitanza, mentre da parte dello Stato assistiamo allo scippo dei fondi Pac, che l’ex ministro per la Coesione, Fabrizio Barca, aveva rimodulato proprio per i Comuni. Risorse che avrebbero potuto garantire la copertura di parte di questi servizi, e quindi una riduzione del ricorso alle scoperture bancarie. Banche alle quali, tra pochi giorni, cederemo la gestione dei nostri Enti».


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