E uscito da pochi giorni nelle sale italiane l'ultimo film di Marco Tullio Giordana Sanguepazzo. Presentato recentemente come fuori concorso al Festival di Cannes, la pellicola è incentrata sulla vita scandalosa di Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, due tra le più celebri stelle del cinema fascista degli anni 30
Sanguepazzo, storia di un amore ai tempi del fascismo
Titolo: Sanguepazzo
Regia: Marco Tullio Giordana
Sceneggiatura: Marco Tullio Giordana / Enzo Ungari / Leone Colonna
Fotografia: Roberto Forza
Musiche: Franco Piersanti
Casa di Produzione: BiBiFilm, Paradis Films, Orly Films
Cast: Luca Zingaretti, Monica Bellucci, Alessio Boni, Maurizio Donadoni
Anno di produzione: 2008
Nazione: Italia
Distribuzione: 01 Distribution
Durata : 150 min
Data di uscita nelle sale: 23 Maggio 2008
30 aprile 1945. Sono passati cinque giorni ormai dalla proclamata Liberazione, quando, nella periferia di Milano vengono ritrovati i cadaveri dei due celebri attori Osvaldo Valenti e Luisa Ferida, protagonisti indiscussi del cinema fascista, giustiziati dai partigiani.
La storia ha inizio negli anni 30, nel pieno del regime fascista in Italia quando Osvaldo Valenti (Luca Zingaretti), attore dal dubbio stile di vita, incontra la bella attrice alle prime armi Luisa Ferida (Monica Bellucci). Tra i due nasce, contemporaneamente ad una relazione amorosa, un sodalizio artistico che li porterà a diventare la più celebre coppia del cinema dei telefoni bianchi, cinema spregiudicato tanto incoraggiato dal regime fascista.
Dopo larmistizio dell8 settembre 1943 Valenti e la Ferida si trasferiscono al nord dove aderiscono alla repubblica di Salò. Valenti finisce con larruolarsi alla Decima MAS guidata da Junio Valerio Borghese e, per rifornirsi di droghe di cui è dipendente, intraprende rapporti di frequenza con Pietro Koch a Villa Triste, famosa per essere luogo di tortura per prigionieri partigiani.
Questa assidua frequenza farà maturare la convinzione mai effettivamente comprovata che la coppia partecipasse alle azioni di tortura e che Luisa ballasse seminuda per fomentare i seviziatori. Sarà questa accusa infamante a decretare la loro condanna a morte.
Uscito da pochi giorni nelle sale e presentato come fuori concorso alla 61^ edizione del Festival del cinema di Cannes, lultimo film di Marco Tullio Giordana si propone come una finestra su uno spaccato della storia dItalia da dimenticare.
Il regista de I cento passi e La meglio gioventù mette in scena le storia sbiadita dal tempo e rimasta ancora inevitabilmente in sospeso di due personaggi cupi e contorti sullo sfondo dellItalia Fascista e della Seconda Guerra Mondiale.
Affascinanti ma maledetti sul set come nella vita privata, Valenti e la Ferida, incarnano il simbolo della negatività tanto diffuso nel cinema dell’epoca, interpretando sempre il ruolo degli antagonisti crudeli e ambigui. Ma negativi sono anche nella vita: legati da una irresistibile passione, conducono uno stile di vita per niente ortodosso fatto di rapporti sessuali promiscui, perversione e tossicodipendenza.
Una vicenda, quella della coppia, pericolosamente non solo intrecciata, ma anche accomunata dalla stessa fine al regime fascista, destinata cioè a tramutarsi da irrefrenabile ascesa a lento declino.
Il risultato è una pellicola che si mantiene al disopra delle parti e priva del minimo accenno di revisionismo, che descrive rigorosamente anche i fatti più sgradevoli, che racconta di un Italia capace di portare alla popolarità e al riconoscimento così come a disprezzare, di mitizzare come di distruggere, allora come anche oggi, solamente sulla base di voci spesso infondate.
Per contro, il film ha come difetto quello di romanzare eccessivamente le figure dei due protagonisti, dato che appare leggermente fuori tema.
L’interpretazione degli attori è sorprendentemente buona. Anche per chi è abituato a vedere Zingaretti soltanto nei panni di Montalbano, la sua interpretazione è straordinaria e intensa: il suo Valenti non risulta mai forzato o fuori luogo.
Per quanto riguarda la Bellucci in questa pellicola si rivela al di sopra dei canoni interpretativi ai quali siamo abituati, mostrando che, se diretta bene, riesce ad essere una buona attrice.
Certo da dire che l’eccessiva lunghezza (150min) e la trama intricata, rendono Sanguepazzo una pellicola non facile, ma che sicuramente vale la pena di vedere.