«Noi, senza offesa, il virus lo abbiamo sconfitto». Una videoripresa pubblicata sui social ha fatto il giro dei gruppi WhatsApp di Catania ed è arrivata negli uffici della questura. Accertamenti in corso su persone inquadrate e attività commerciali
San Cristoforo, scattano i controlli della questura Dal video su Facebook all’intervento delle volanti
Le immagini, chiarissime, hanno fatto il giro dei social network e dei gruppi WhatsApp di mezza Catania: in piazza San Cristoforo sembravano non esistere restrizioni. Di fronte alla panineria Cecè, su via Plebiscito, un gran numero di persone sedute su motorini parcheggiati, altra gente sulle panchine: tutto immortalato in un video di un minuto e mezzo. «Signori, noi il virus lo abbiamo sconfitto – dice chi gira le immagini – San Cristoforo repubblica, a noi il coronavirus non fa niente». La ripresa va avanti e mostra un cittadino indossare la mascherina (peraltro una di quelle più sicure, dotata di filtro) in mezzo a una decina di catanesi che, invece, non osservano neanche la distanza minima di un metro ordinata dal governo nazionale.
Non è chiaro se le immagini siano state girate ieri o nei giorni precedenti al decreto del 9 marzo, che ha esteso la «zona protetta» a tutt’Italia, disponendo il divieto nazionale di assembramenti e di uscite di casa non necessarie. Anche le attività commerciali, a quanto si vede dal video, sono aperte. Senza, dunque, rispettare le ultime norme in materia di contrasto alla diffusione del contagio. Secondo quanto appreso da MeridioNews, nella serata di ieri le pattuglie delle volanti della questura di Catania sono state inviate proprio nella zona. Lì, però, la situazione sarebbe stata in regola: nessuno in strada, nessun negozio aperto oltre l’orario consentito.
Sono in corso accertamenti sull’autore del video e sulle persone lì riprese, fanno sapere dagli uffici di piazza Santa Nicolella. Ci sarà da comprendere il momento in cui le immagini sono state girate, in modo da verificare se anche le attività commerciali oltre alle persone stessero violando i divieti del presidente Giuseppe Conte. In caso di risposta affermativa, la sanzione prevista è, al minimo, la sospensione dell’attività. Le verifiche, dunque, proseguono.