Samuel Beckett: the life and the work

In occasione del centenario della nascita del grande scrittore e drammaturgo irlandese Samuel Beckett (premio Nobel per la letteratura nel 1969), la Facoltà di Lingue ospita la mostra biografica in suo onore, organizzata in collaborazione con il Ministero degli affari esteri irlandese. Presenti all’inaugurazione della mostra, allestita all’interno dell’ex Monastero dei Benedettini e visibile dal 29 giugno al 14 luglio, il rettore Ferdinando Latteri, il preside di Lingue Nunzio Famoso, l’assessore alla cultura del comune di Catania Giuseppe Maimone, il prefetto di Catania Anna Maria Cancellieri Peluso, l’ambasciatore irlandese in Italia John Cogan, il professore Enzo Farinella, direttore del centro culturale Casa Italia di Dublino e la professoressa Gemma Persico, coordinatrice scientifica della mostra. Inoltre il 7 luglio alle ore 16,30 presso la biblioteca Ursino Recupero verrà organizzata una tavola rotonda.

 

La mostra nasce come iniziativa sia per celebrare una delle più illustri figure artistiche del secolo scorso sia come occasione di scambio culturale, in una Europa sempre più unita, tra Irlanda e Sicilia. Vengono ripercorse in diciannove pannelli le fasi più importanti della vita di Beckett: dalla nascita a Foxrock (a sud di Dublino), all’eccelente formazione accademica presso il Trinity College; dalla passione per lo sport, a quella per la letteratura dantesca e le lingue romanze; dai suoi primi scritti letterari ai viaggi in Germania e a Parigi (la città che lo accolse fino alla fine dei suoi giorni); dal suo malessere psichico ai lavori teatrali come il celebre Waiting for Godot.

 

La maggior produzione beckettiana è in francese, ma questo non snatura il legame con le sue origini irlandesi, con i paesaggi incantevoli della sua terra e con la lingua inglese. Collaborò inoltre con il suo conterraneo James Joyce, ed è possibile ricollegare, sia per motivi stilistici che culturali, la sua produzione letteraria direttamente a Kafka e Pirandello. Come riportato dal professore Farinella, siciliano di nascita ma ormai da trentanni in Irlanda, uno dei massimi esperti dei legami culturali tra Irlanda e Sicilia, proprio tra queste due isole vi sono forti convergenze in numerosi punti di vista e soprattutto grazie ad un retroterra storico e culturale simile.

 

Riservato e schivo, inquieto e fecondo, Beckett, al centro dell’interesse controverso della critica del suo tempo, venne definito principalmente ed in modo sprezzante come un “intellettuale blasfemo e decadente”. In realtà la sua vita rimase segnata da alcuni lutti familiari – in particolare lo colpì quello del padre, con cui aveva un forte legame affettivo – che lo portarono ad una visione pessimistica della vita. Inoltre la crisi generale di valori, il rigetto per la civiltà, il distacco dalla società e lo sgomento provocato dalla Seconda Guerra Mondiale, vissuta da lui in prima persona nella Resistenza parigina, ed i disastrosi fatti di Auschwitz e Hiroshima, lo portarono ad un nichilismo disperato, ma mai rassegnato. Tutto questo gli permise di mettere in atto nelle sue opere il dolore lacerante dell’uomo, dominato da un pervasivo “black humor”, attraverso un personalissimo sperimentalismo rivoluzionario, soprattutto in ambito teatrale, per cui viene ancor oggi ricordato come una delle più grandi e fondamentali figure del Novecento.

Valeria Arlotta

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