Quella notte ero solo. Pensavo che lì e soltanto lì potessi trovare della sana e buona compagnia. Improvvisamente una novità. Lachab cafè aveva aperto una nuova sala. La gente spingeva ugualmente per entrare. Un po brillo mi rendo conto che qualcosa non va. Qualcosa di strano aleggia nei piccoli locali dellachab. Cacchio, una pista reggae, proprio dove fino a qualche settimana fa cera la mitica saletta achab. Dimentico tutto, la serata deve procedere. Il giorno dopo, convinto di aver fatto un brutto sogno, mi connetto a Internet. Una serie di persone si sentono depauperate e mostrano il loro disappunto nei confronti di una chiusura che a detta di molti, ha del vergognoso. Nessuno di loro però sembra proporre valide alternative per far rinascere quel luogo perduto.
Io, curiosone come sempre, fisso un appuntamento con il responsabile della cooperativa AZDAC socia unica della Notorius. Il signor Maurizio Mirone.
La chiusura della saletta Achab, è definitiva?
No, anche se molti elementi, lasciano presagire una chiusura definitiva, posso affermare che la chiusura della saletta Achab, è temporanea. La modularità della sala, ci permette di rimontare in meno di mezzora poltroncine e schermo.
Le motivazioni di tale chiusura, sono di natura economica?
Certamente si. Inutile nascondersi. Negli ultimi tre anni il mercato è radicalmente cambiato. Ultimamente, con la nascita di altre salette, i film che prima proiettavamo solo noi, sono divenuti più appetibili, con conseguente innalzamento dei prezzi. Il mercato degli schermi piccoli in sostanza si è allargato notevolmente. Dato lesiguo numero di persone che frequentavano la saletta, abbiamo preferito allargare lattività dellAchab cafè, piuttosto che tenere chiusa la saletta. La gente che protesta, dovrebbe trovare qualcosa di più fondato e propositivo, piuttosto che criticare la scelta di un privato che decide di prendersi una pausa di riflessione, per riorganizzare lattività cinematografica. Che ci dicano quali film vogliono vedere. Che propongano il loro modo di vedere il cinema, piuttosto che protestare. Detto tra noi, la saletta, quando andava bene, contava dieci persone
Nessuna data per un eventuale riapertura, quindi. Nessun diritto da parte degli sparuti frequentatori, di protestare. Consideriamo la saletta Achab in letargo. Se un giorno lontanissimo, sentissimo la necessità di vedere un film che esca fuori dalle rotazioni di mercato, saremo costretti a provvedere con mezzi propri. Se la saletta Achab è chiusa (momentaneamente o no, poco importa), è un po anche colpa nostra. Piuttosto che accusare chi ha deciso di chiudere, sarebbe più opportuno passarsi una mano sulla coscienza e chiedersi: Esiste ancora, tanta gente disposta a un cinema alternativo?
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