Sabir: una brezza leggera nel cuore barocco

Si è tenuto nei giorni scorsi, un importante incontro culturale che ha impegnato il “Triangolo barocco” (Ragusa- Modica- Scicli) in un continuo, vivace divenire intellettuale. L’iniziativa, promossa dal Ministero degli Affari Esteri ed appoggiata con grande intuizione dalle Amministrazioni, dalla Commissione Siciliana, dall’Assessorato al Turismo, è stata portata avanti con grande entusiasmo dalla Commissione Europea, e si è trasformata in un significativo incontro tra rappresentanti di culture diverse. Culture che si raccontano per entrare in una reciproca dialogicità d’esperienze al fine di promuovere la collaborazione tra i popoli.

La Sicilia è diventata, solo per qualche giorno, il centro del sapere mediterraneo e non l’estremo periferico, un punto di partenza e non di arrivo, dal cui centro si irradiano le varie realtà, le varie identità parallele.
Tema centrale è stata la “comunicazione”, per questo il Circolo Mediterraneo di Conversazione va interpretato come occasione di indugio intellettuale, un ritrovarsi rispetto alle molte prospettive geo-politiche degli interessati.
A sostegno di tale tesi, un intervento di Pier Virgilio Dastoli, direttore della Rappresentanza in Italia della Comunità Europea, rende esplicite le intenzioni, i propositi e gli obiettivi che questo evento si propone: «Nel 2010 il Mediterraneo dovrà diventare area di libero scambio; tutto ciò sarà possibile solo attraverso il rispetto reciproco tra le numerose culture che popolano il “Mare Bianco”, conosciuto anche come “Lago della Pace”, col confronto e non con lo scontro intellettuale e ideologico».

Durante l’intervento, è stato posto l’accento su una caratteristica fondante: la lentezza. Una lentezza da ricercare nelle arti, nella letteratura, nella fotografia, nella musica e trova l’apice della sua espressione nella poesia, nella sua ricercatezza e melodia.
È proprio la lentezza a dover spingere e indirizzare il dialogo tra le popolazioni poiché la velocità del mondo, i nuovi media e i ritmi irrefrenabili imposti dall’economia, dal commercio e dagli affari, distruggono ogni forma di comunicazione che va al di là dei meri obiettivi e fini pratici.

Tuttavia, i buoni propositi del Festival sono entrati in conflitto con uno spiacevole avvenimento ovvero l’assenza ingiustificata, o mistificata, della Dott.ssa Gheddafi, rifiutatasi di partecipare alle numerose Tavole Rotonde a causa della programmata partecipazione di una poetessa palestinese con passaporto israeliano.
Tutto ciò, sottolineato dal sottosegretario del Ministero degli Affari Esteri Giuseppe Drago, ha provocato perplessità e sgomento nel pubblico lì presente.

Pur essendo coinvolta l’Università di Lingue e Letterature Straniere, l’afflusso degli studenti non è stato massiccio, ma, considerando il fatto che è stato il primo passo di una lunga serie di incontri e di “conversazioni”, ci auguriamo che avrà esiti sempre più soddisfacenti e un riscontro positivo sulla “freddezza intellettuale” del giovani.

Tutto sommato, la provincia di Ragusa, profondamente toccata dagli ultimi sbarchi di clandestini, ha sentito vivo l’interesse per il Sabir poiché ha reso gli uomini liberi dalle catene del pregiudizio occidentale (in una regione che di occidentale possiede ben poco) è stata riconsiderata l’idea che avevamo del “marocchino” non più visto come il classico “vu cumprà” clandestino, ma come sommo poeta e vate di una cultura che sta riscattando gli anni bui del loro recente passato, colpito tragicamente da dittature politico/religiose e castranti economie.


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