Intorno alle 5.50 l'ex candidata a sindaco del Movimento cinque stelle ha ricevuto delle minacce al citofono di casa: «Se non la smetti, ti finisce male». Secondo Giusy Rannone l'episodio potrebbe essere collegato alla sua attività politica. «Mi rifiuto di crederlo», ribatte il primo cittadino Nino Bellia
S.G. La Punta, minacce a consigliera del M5s Rannone: «All’alba al citofono, ero pietrificata»
Qualcuno ha suonato insistentemente al citofono della sua abitazione alle prime luci del mattino, «più di tre volte», racconta Giusy Rannone, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle a San Giovanni La Punta. Erano le 5.50 del 17 gennaio e, in dialetto siciliano, quello che sembrava essere un ragazzo ha pronunciato gravi ingiurie nei suoi confronti, per poi scappare dopo averle intimato «se non la finisci, ti finisce male», ricorda Rannone. «A quell’ora, pensavo che qualcuno avesse citofonato per chiedere aiuto – spiega la consigliera pentastellata -, ma quando ho sentito quelle parole sono rimasta pietrificata, non ho saputo reagire».
Il condominio dove risiede Rannone non è dotato di sistemi di videosorveglianza, «né i vicini ricordano di aver notato qualcosa», continua la consigliera, che dopo l’episodio si è recata presso la stazione dei carabinieri per denunciare l’accaduto.
Non è però la prima volta che Rannone subisce atti intimidatori da parte di ignoti. Già la scorsa estate la consigliera era stata raggiunta nella sua abitazione durante la notte, alle ore 3.30. Lo sconosciuto aveva citofonato, per poi «scappare senza pronunciare alcuna parola», ricorda la stessa vittima, che non esclude che le ingerenze subite siano collegate all’attività politica che svolge dal 2015 nella giunta puntese.
«Il clima all’interno della giunta non è sereno – spiega Rannone – e molti dei miei atti politici sono stati contestati verbalmente in modo molto duro dai miei colleghi della maggioranza». Tra le azioni che avrebbero infuocato gli animi dell’amministrazione, la consigliera ricorda le interrogazioni e le richieste di accesso agli atti riguardo al maxi-parcheggio costruito presso il centro sportivo di Trappeto, «frutto di un accordo tra pubblico e privato e non annoverato tra le opere pubbliche del piano triennale». Altro atto poco gradito, secondo Rannone, sarebbe stato la sua richiesta di chiarimenti riguardo al centro sportivo polifunzionale da 1 milione e mezzo di euro che «sarebbe dovuto nascere in via Verdi, nella zona di Trappeto, di fronte a quello già esistente. Il mutuo è stato acceso, le rate vengono pagate, ma del centro polisportivo nessuna traccia». Denunce che hanno spinto il sindaco di San Giovanni La Punta, Nino Bellia, ad attivarsi mediante azione legale a tutela «dell’integrità e dell’immagine del Comune» contro la consigliera Rannone, per le sue «affermazioni lesive della reputazione, del decoro e dell’onore del sindaco e dell’amministrazione comunale».
«Non v’è dubbio che il fatto accaduto sia da condannare e censurare – ha dichiarato il sindaco Bellia -, poiché ritengo inaccettabile e mi rifiuto di credere che tale circostanza possa riferirsi all’attività politica che la consigliera sta portando avanti». Il primo cittadino, in un recente comunicato, non ha però negato che tra la consigliera pentastellata e l’amministrazione ci siano stati spesso contrasti e punti di vista differenti, «ma sempre all’interno di una democratica e rispettosa dialettica politica».
Rannone, riguardo alle minacce subite la scorsa notte, ha ribadito di avere massima fiducia nella giustizia. «Le indagini faranno il loro corso – ha concluso -. Se sperano così di fermare la mia azione politica, non ci riusciranno. Avevo le carte e ho fatto delle domande, è il mio lavoro».