Rosario Pluchino è uno dei quattro candidati per la corsa a sindaco della cittadina ragusana. Viene dal mondo della sanità e punta a un cambiamento netto. «I difetti del mio paese sono i miei difetti e non voglio più lamentarmi. Voglio condividere le scelte e non più delegare ad altri»
S.Croce Camerina, Pluchino candidato sindaco «Lobbies e partiti hanno condizionato il paese»
Pochi giorni al voto, poi Santa Croce Camerina conoscerà il nome del suo nuovo sindaco. Nel piccolo comune ipparino da circa diecimila anime, infatti, non è previsto ballottaggio e sono quattro i candidati che si stanno contendendo la poltrona di primo cittadino. Tutti vengono dal mondo della sanità e uno di questi è Rosario Pluchino con la sua lista #chiamasantacroce. «Negli ultimi 15 anni il paese è rimasto indietro – ha detto più volte nel corso di questa campagna elettorale ormai agli sgoccioli – e la nostra parola d’ordine vuole essere cambiamento, nell’ottica della trasparenza e dell’attenzione costante verso quegli artigiani, quei pescatori e quei commercianti che rappresentano il cuore della nostra economia». Pina Cocuzza è la sua assessora designata, assieme al consigliere uscente del gruppo Diventerà Bellissima Salvatore Di Marco.
Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Perché amo Santa Croce, paese unico per la sua storia, per la sua gente, per il suo clima, i suoi paesaggi, le sue tradizioni. Perché a Santa Croce vivo, ho visto crescere i miei figli ed invecchiare i miei genitori. I suoi difetti sono i miei difetti e non voglio più lamentarmi. Voglio condividere le scelte per il mio paese e non più delegare ad altri; voglio che i santacruciari pretendano i loro diritti e non chiedano più favori».
Quali i punti centrali del programma?
«Denominatore comune è la rinascita del paese, ingessato da una crisi economica senza precedenti e da una miope gestione delle meravigliose risorse ambientali che la natura ci regala. Santa Croce non ha bisogno, di certo, di grandi opere ma di occhi nuovi per guardarla. Il grigiore attuale e il disastro economico sono il frutto di anni di malgoverno e di scelte profondamente sbagliate. Vogliamo affiancare le imprese coraggiose e i giovani che investono nel futuro e che rimangono impigliati nell’asfissiante burocrazia. Vogliamo portare avanti un vero piano di riciclo per la raccolta differenziata e recuperare il patrimonio edilizio esistente».
È una campagna elettorale senza simboli di partiti. Quale l’ideologia e/o la figura di riferimento?
«In una campagna elettorale come quella che stiamo vivendo, ispirarsi ad una figura politica, di destra o di sinistra che sia, sarebbe un grave errore. Preferiamo affidarci ai bisogni del territorio, che conosciamo bene, e presentare nostra proposta per la sua crescita».
C’è un avversario che teme particolarmente?
«Non temo alcun avversario politico. I miei avversari, a turno, ripercorrono un vecchio modo di fare politica offendendo l’intelligenza dei miei concittadini. Tutti, in questi giorni, elemosinano consensi spalleggiati da politici di professione (altro che liste civiche!), promettendo rivoluzioni e ipotizzando catastrofi in altri casi. Prova provata della bontà e della validità della nostra proposta».
Un pregio e un difetto dell’amministrazione uscente e del lavoro che ha fatto?
«Un pregio? Ha superato gli anni di crisi politica con i numerosi tagli agli enti locali imposti da piani di rientro scellerati delle autorità extracomunali, scollati dai veri bisogni delle famiglie. Un difetto? Non ha mai saputo aprire un dialogo con la comunità e il palazzo municipale è stato sempre chiuso alla città».
La sua squadra da chi è formata?
«Da uomini e donne motivati, quasi tutti neofiti della politica, coscienti che per cambiare bisogna crederci veramente. Ci abbiamo messo la faccia, come sempre, per risolvere i piccoli ed grandi problemi della nostra comunità. Ho guardato alla qualità dei miei collaboratori e non alla quantità dei voti che possono portare. Il mio è un progetto innovativo e ho preferito rinunciare a due consiglieri comunali (e al loro apporto di voti alla lista ) pur di avere una squadra affiatata e convinta della bontà del nostro progetto».
Lei parla di cambiamento. Come attuarlo?
«Iniziamo ad avere una mentalità diversa. Santa Croce, se vuole crescere, deve uscire da questa situazione di degrado, deve dire no alle tradizionali alleanze di forze politiche, a quel sistema di potere e di lobbies che hanno, da sempre, condizionato la vita del nostro meraviglioso paese, ignorando il bene comune e calpestando la dignità e la vita dei nostri concittadini. Abbiamo un progetto diverso dagli altri, di vero cambiamento, iniziando dal nostro litorale vera ed unica risorsa che va opportunamente valorizzata».